Si isolano recludendosi in casa, non lavorano, non studiano e hanno “paura” della vita sociale, quella vera, no quella della rete. Sono gli hikikomori, giovani ragazzi (il fenomeno interessa maggiormente i minori) che per cause di diversa natura (caratteriali, familiari, scolastiche e sociali) decidono di “stare in disparte”. Questo pomeriggio se ne è voluto parlare anche ad Aprilia.
Intorno le 15:00 si è tenuto, presso la Sala Manzù della Biblioteca Comunale, un seminario informativo organizzato, con il patrocinio della Regione Lazio, da Hikikomori Italia, prima associazione italiana che mira a sensibilizzare le istituzioni e a contrastare il fenomeno dell’isolamento sociale volontario in tutto il paese. Presenti all’evento, in rappresentanza dell’Amministrazione locale, gli Assessori Martino, Barbaliscia e il vicesindaco Principi.
“Sono molto interessato a questo fenomeno. In questa battaglia contro l’hikikomori il Comune di Aprilia sarà al fianco delle associazioni e speriamo che presto si aggiunga anche la Regione. Per me è un onore aprire il seminario e ringrazio l’associazione per l’invito” – ha commentato l’Assessore alla Pubblica Istruzione.
Il principale obiettivo dell’associazione “Hikikomori Italia” è quello di informare, sensibilizzare e tentare di accendere una riflessione critica sul fenomeno. Lo scopo è quello di capire, non curare. Affrontare il problema senza stigmatizzarlo e senza giudicare.
Un secondo obiettivo, non di inferiore importanza, è quello di fornire ai ragazzi italiani che si sentono vicini all’hikikomori, così come ai genitori che hanno un figlio in questa condizione, la possibilità di potersi confrontare attraverso gli spazi online o in presenza all’interno dei gruppi di mutuo aiuto dedicati ai genitori.
Il nostro obiettivo principale è quello di far conoscere il fenomeno degli hikikomori in tutto il paese, in modo da sollecitare le istituzioni e provare a smuovere l’opinione pubblica sul tema – ha affermato Anna Laura Bergesi, refernete dell’associazione per la Regione Lazio.
Alessandra di Fazio, psicologa e psicoterapeuta, insieme a Valeria Gonzalez, psicologa, entrambe collaboratrici presso l’area psicologica Latina Hikikomori Italia Genitori – Regione Lazio, hanno spiegato chi è l’hikikomori andando ad analizzare il fenomeno dalla prospettiva psicosociale. Riprendendo le parole di Marco Carissimi, il fenomeno è stato descritto come “una pulsione all’isolamento fisico, continuativa nel tempo, che si innesca come reazione alle eccessive pressioni di realizzazione sociale tipiche delle moderne società capitalistiche“.
La dottoressa Monica Sansoni, responsabile dello sportello istituzionale dei ascolto minori e famiglie Garante Infanzia e Adolescenza Regione Lazio, nonché criminalista forense, ha spiegato le connessioni del fenomeno con il mondo digitale (“Internet rappresenta un acceleratore dell’hikikomori sebbene rappresenti per lui l’unica risorsa relazionale”). L’incontro si è chiuso con la testimonianza diretta di Gabriella D’Urso, genitore che ha combattuto con il figlio l’hikikomori.