I numeri non sono certo confortanti. Si muore ancora sul lavoro (chi avrà il coraggio di chiamarle ancora “morti bianche”?), ci si infortuna nei cantieri spesso in modo irreversibile e il quadro descritto dall’Inail nella sua relazione annuale non è roseo anche perché, nero su bianco, il trend è in crescita.
Le denunce di infortunio da gennaio e dicembre 2018, informa l’Inail, sono state poco più di 641 mila, a dispetto delle circa 635 mila del 2017. L’incremento è dello 0,9%. 1133 le morti durante quello che doveva essere un normale giorno di lavoro, 104 caduti sul campo in più rispetto all’anno passato (quando si registrarono 1029 decessi).
Sui numeri, preoccupanti, è intervenuto come detto anche il Presidente della Camera dei Deputati, onorevole Roberto Fico (nella foto sotto).
“Sulla tragedia quotidiana degli incidenti sul lavoro – ha detto – non bisogna mai abbassare la guardia. Dietro i numeri, allarmanti, ci sono storie di persone che perdono la vita, famiglie spezzate ed esistenze stravolte da un giorno all’altro in modo definitivo. Abbiamo il compito di tenere accesi i riflettori sul tema: l’impegno di politica e istituzioni su questa piaga sociale deve essere massimo. I dati pubblicati dall’Inail ci dicono che sono aumentati del 10% gli incidenti mortali, e allo stesso modo anche le denunce di infortuni che sono più di 600 mila. Occorre rafforzare la cultura della sicurezza e della prevenzione, un obiettivo da condividere con le associazioni dei datori di lavoro, con i rappresentanti dei lavoratori e con le istituzioni tutte”.