Buon pomeriggio a tutti e benvenuti in quest’area verde della Città che da oggi prende ufficialmente il nome di don Angelo Zanardo. È una gioia per tutti, poter salutare l’estate appena iniziata con un momento come questo e in un luogo come questo. Abbiamo voluto dedicare questo spazio verde tra i nuovi palazzi del quartiere Toscanini a don Angelo, che è stata una delle figure più significative per la storia di Aprilia. Don Angelo ha accompagnato la crescita della nostra Città dal 1965 al 1998. Lo ha fatto non solo come sacerdote, ma soprattutto come educatore e formatore. Nato nel 1922 nel Trevigiano, a Moreno di Piave, divenuto sacerdote nel 1945, don Angelo si spese da subito nella sua diocesi di origine, a Vittorio Veneto, come insegnante di italiano, latino a francese nel seminario. La formazione dei giovani lo accompagnerà per tutta la vita. Inviato ad Aprilia, dove già erano presenti alcuni confratelli di Casa San Raffaele, don Angelo seppe subito leggere le esigenze e i bisogni di questo territorio e del tempo in cui era chiamato ad operare. I finanziamenti della Cassa del Mezzogiorno avevano reso questa giovane e piccola Città tra Roma e Latina, luogo ideale per ingenti investimenti che in pochi anni portarono ad Aprilia aziende di levatura nazionale e internazionale. La fabbrica divenne ben presto il simbolo di questa veloce crescita economica, con tutte le conseguenze per un territorio che fino a quel momento era stato essenzialmente agricolo. In molti, da tutte le regioni di Italia, in particolar modo dal Sud, vennero ad Aprilia come operai e lavoratori. Ed è proprio su di loro che don Angelo seppe posare il suo sguardo di pastore ed educatore. Ben presto, il sacerdote comprese il bisogno di istruzione e formazione per ragazzi che a volte erano privi anche della minima preparazione. È così che nacque il Centro di Addestramento professionale di Aprilia. E quanti giovani, oggi ormai uomini, sono passati attraverso la “scuola di don Angelo”! Se Aprilia deve alla Cassa del Mezzogiorno e a questa sua posizione privilegiata la propria fortuna durante la fase di industrializzazione, gli apriliani devono invece a don Angelo Zanardo la capacità di aver costruito attorno a quel processo di crescita economica, anche benessere e lavoro. Quando terminò il suo lavoro al Centro di Addestramento professionale, don Angelo divenne parroco nella nuova chiesa di San Pietro e Paolo, per poi rientrare nel suo Veneto, ormai anziano. Aprilia però non lo ha mai dimenticato: ancora oggi i “suoi” ragazzi ricordano quei momenti trascorsi a scuola, l’importanza che la figura di don Angelo ebbe nelle loro vite. Credo sia forse la più bella eredità, per un uomo che ha saputo spendersi così tanto per il bene comune. Il Centro di Addestramento professionale oggi non c’è più. Eppure, rimane forte l’esigenza di formazione. Un’esigenza più volte ribadita dalle imprese del territorio e dai giovani che intraprendono un percorso professionale nelle fabbriche e nei siti produttivi apriliani. È pensando a don Angelo e alla sua opera che proprio in questi mesi abbiamo avviato incontri interlocutori anche con la Regione e la Provincia per comprendere se e come è possibile ricostruire un luogo cittadino pensato per la formazione professionale di giovani e meno giovani. Oggi, spinti anche dal ricordo di tanti apriliani, siamo qui per rendere omaggio alla figura e al lavoro di don Angelo e dedicare proprio a lui questo nuovo spazio pubblico. Nei mesi scorsi, qui abbiamo iniziato ad effettuare interventi di piantumazione di varietà alboree, che proseguiranno in autunno anche grazie al progetto Ossigeno della Regione Lazio. Nei prossimi mesi contiamo anche di realizzare all’interno di quest’area verde un bau park e un’area di giochi attrezzati per bambini. Il nostro desiderio è che questo parco possa rappresentare un’occasione di incontro e di crescita per nuove generazioni di apriliani, proprio nel nome di don Angelo Zanardo. Questi nuovi spazi che oggi ufficialmente consegniamo alla Città e che sono a servizio del quartiere, possono contribuire a fare ciò che il sacerdote ha fatto per tutta la sua vita: costruire nuovi legami, rinsaldare quelli esistenti, creare occasioni per valorizzare l’apporto di ogni cittadino alla costruzione del bene comune. Grazie a tutti.