Il Comitato del Quartiere Toscanini non crede a quanto detto dall’Assessore Mauro Fioratti-Spallacci.
Il responsabile dei Lavori Pubblici di Aprilia, infatti, non avrebbe spiegato in maniera credibile i tanti ritardi lamentati dai residenti.
Questo il pensiero espresso dal Presidente del Comitato Luciano Poli:
“Caro assessore Spallacci, noi capiamo la sua difficoltà in questa vicenda.
Ma non crediamo che ciò che lei asserisce possa giustificare tutto questo ritardo.
Quello che gioca a suo sfavore è il tempo.
Le ricordiamo che il primo incontro pubblico sul problema dei marciapiedi di via Inghilterra è avvenuto circa cinque anni fa, nel cortile della chiesa dello Spirito Santo.
Quell’evento, le rammento, fu chiesto e organizzato dal consigliere di maggioranza Alessandro D’Alessandro.
Che tra l’altro sembra essersi dileguato, perché nel quartiere non si è più visto da tempo, forse pensando che qui a Toscanini vada tutto bene.
Le rammentiamo inoltre il successivo incontro pubblico, avvenuto questa volta nei locali del comitato di quartiere, circa due anni e mezzo fa.
Dove davate per imminente l’inizio dei lavori sul lato destro di via Inghilterra.
Passiamo poi all’illuminazione di via Amburgo ???
Questi punti di domanda se li pongono tutti, pensando che chi ha progettato una strada, tra l’altro davanti a un plesso scolastico, non abbia previsto la posa di tre pali per l’illuminazione.
Le ricordiamo anche che all’epoca vi era stato suggerito che di pali ce n’erano una ventina parcheggiati sul piazzale dell’autoparco.
Poi tagliati e asportati non si sa bene da chi.
Quindi assessore – affonda Poli – abbia la compiacenza almeno di porre delle scusanti più credibili.
O spronare i suoi dipendenti a concludere quello che è iniziato ben cinque anni fa.
Per finire, i cittadini del quartiere sono pazienti e aspettano, ma non dimenticano.
Non cadremo nel giochetto dell’ondata dei lavori in prossimità delle elezioni.
Le cose vanno fatte a prescindere, quando servono ai cittadini”.
Sarà questo l’ultimo atto della questione?
Ne dubitiamo.
di Massimo Pacetti