Il sindaco eletto nel 2009 al ballottaggio venne a mancare improvvisamente nel corso del suo mandato elettorale, a seguito di un malore. La Città di Aprilia sette anni fa perse per la seconda volta il capo dell’amministrazione, dopo che la stessa sorte toccò nel 2004 a Luigi Meddi.
Domenico D’Alessio è stato un pioniere di Aprilia. E’ arrivato qui nell’immediato dopoguerra con suo padre, sua madre e le sue tre sorelle, quando aveva pochi anni. Trasferitori in campagna, amava andare a cavallo e tirare calci al pallone, seppur non si tirava indietro quando c’era da aiutare a custodire il gregge che pascolava nella sconfinata campagna apriliana.
Gli studi, il diploma di perito chimico, un buon impiego in fabbrica, una vita da pendolare, l’incontro con il sindacato, Sandro Pertini, il volontariato, l’Avis e il comitato di quartiere Toscanini di cui è socio fondatore. La politica è arrivata un po’ più in là, quale passo successivo del suo attivismo, guidato dall’amore per il territorio.
Era uno che imparava alla svelta Domenico D’Alessio, uno dei quelli preziosi sempre, in squadra come in una squadra di governo, per talento e la saggezza che piano piano cresceva con l’arrivo degli anni della maturità. Entra in Consiglio e subito viene nominato Assessore dall’amico Luigi Meddi nei primi anni Novanta. E in poco tempo diventa un punto di riferimento, stimato e per questo anche dileggiato quando siede all’opposizione, periodo in cui si fa di tutto per metterlo a tacere. Impossibile.
Nel 2009 viene eletto Sindaco con una percentuale da capogiro, che supera il 67% dei consensi. Domenico D’Alessio non interpreta un ruolo, bensì lo rivoluziona ridisegnando la figura del primo cittadino. Sa interpretare, questo sì, il cambiamento del mondo delle comunicazioni, che con il web si fanno sempre più veloci, accorciando anche le distanze tra cittadino e rappresentante delle istituzioni. E lui, anziché fuggire, fa di tutto per agevolare l’interlocuzione tra i due piani, apre varchi, convoca assemblee, basa la sua esperienza amministrativa sul dialogo e sulla partecipazione. Consapevole anche tutto ciò non gli avrebbe reso facile la vita da Sindaco. Ma era l’unico metodo di lavoro che conosceva.
Al servizio del cittadino sempre e comunque, schierato dalla parte dell’interesse pubblico generale e mai della speculazione privata, il tempo gli darà ragione e gratificherà i suoi sforzi. Sblocca quasi imperativamente il cantiere sequestrato di via Amburgo, dove è nata oggi la nuova scuola del quartiere dove ha abitato per tutta la vita. Promuove la fase preliminare del Plus, che ha garantito ad Aprilia una pioggia di fondi europei per dieci milioni di euro, che ha permesso tra le altre cose la realizzazione dell’Asilo Nido e la ristrutturazione del Giardino dei Sorrisi e dell’ex Claudia. Ha rimesso in carreggiata la variante di recupero dei nuclei abitativi spontanei. Ma soprattutto ha affrontato la crisi economica globale degenerata proprio negli anni del suo mandato.
Il destino avverso e un cuore fragile dopo 63 anni di battaglie non gli hanno permesso di vedere quanto davvero nei riguardi il tempo è stato galantuomo. Non ha visto inaugurare la scuola di via Amburgo e neppure l’Asilo NIdo al quale teneva tanto e che oggi porta il suo nome.
Lascia molto in eredità Domenico D’Alessio, figlio di pionieri, abruzzese di nascita, cittadino apriliano d’adozione e socialista europeo nello spirito e nella cultura. Alla politica lascia un insegnamento: il dovere di amministrare in una casa di vetro, con legalità e trasparenza. Alla città intera lascia il suo ricordo.
Giuseppe Zaccone