La decisione del Comune di Lanuvio ha scatenato una serie di reazioni a catena dal punto di vista amministrativo, ma anche sotto l’aspetto politico, a ben vedere, e sul rapporto tra i rappresentanti delle amministrazioni dei paesi coinvolti in questo ambito ottimale per il Tpl che avrebbe dovuto garantire efficienza e tenuta dei servizi a dispetto di un budget regionale più ridotto.
Invece, nonostante lo scorso 27 novembre il Comune di Aprilia ha diffuso una nota ufficiale annunciando l’avvio delle procedure di pubblicazione del bando di gara per l’affidamento del servizio intercomunale, senza che niente lasciasse presagire l’imminente rottura, Lanuvio si è tirata fuori.
Cosa faranno gli altri sindaci? In particolare oggi gli occhi sono puntati sul neoeletto Mauro Carturan, sindaco di Cisterna, un comune che proprio grazie alla sua forza “geopolitica” del contesto del nord pontino (proprio grazie al suo sindaco) è capace di far rimettere in discussione tutto, con il sostegno politico delle altre amministrazioni e lasciando Aprilia in solitaria.
A questo punto, già appare evidente che il forfait di Lanuvio non è un vero fulmine a ciel sereno, ma il testimone che qualcosa non andava. Ora, se questa dura presa di posizione è solo la punta dell’iceber oppure un fatto isolato, sarà chiaro nei prossimi giorni.
Indubbiamente, tuttavia, non si può non sottolineare quella che sembra una frattura tra le due amministrazioni di Aprilia e Lanuvio, che oltre a condividere la frazione di Campoleone che segna il confine tra i due Comuni, hanno rapporti di amicizia istituzionale (il sindaco Luigi Galieti, lo scorso maggio, era ad Aprilia per partecipare alla chiusura della campagna elettorale del sindaco uscente Antonio Terra). La rottura sui trasporti, anche per questo motivo, appare quantomai clamorosa e quindi dettata da ragioni insormontabili.
Giuseppe Zaccone