L’artista apriliano Francesco Guadagnuolo ricorda l’ex Segretario ONU Kofi Annan appena scomparso

Nel 1999 il Maestro Guadagnuolo consegnò la sua opera “Il debito estero” alla sede ONU di New York. Oggi l’artista ricorda l’ex Segretario ONU morto due giorni fa

Kofi Annan, Segretario Generale dell’ONU tra il 1997 ed il 2006, è scomparso due giorni fa all’età di 80 anni.

Anche Aprilia, così come il resto dell’Italia e del mondo, ha voluto ricordare la figura di uno dei più importanti uomini politici del nostro tempo.

E lo ha fatto attraverso il ricordo del Maestro Francesco Guadagnuolo, che nel 1999 fece parte della Delegazione dei Parlamentari in occasione del Giubileo.

Sono addolorato – afferma Guadagnuolo – per la morte dell’ex Segretario Kofi Annan.

Se n’è andato uno dei diplomatici più rilevanti della scena mondiale, che da sempre si è battuto per la comunicazione tra i popoli.

Quando si recò a New York, l’artista apriliano consegnò la sua opera “Il debito estero” all’ONU, nella cui sede americana è tutt’ora esposta.

L’opera – ricorda il Maestro – è stata consegnata, per il Segretario Generale dell’ONU Kofi Annan, al Presidente dell’ECOSOC, l’Ambasciatore Francesco Paolo Fulci.

Il quale ha spiegato: «Il quadro di Guadagnuolo è un simbolo della vocazione dell’Italia alla cooperazione verso il Terzo Mondo. Ma è anche l’occasione per lasciare una traccia del nostro contributo alla lotta per lo sviluppo e per i diritti umani anche quando l’Italia non avrà più la Presidenza dell’ECOSOC».

Illustrando la sua opera, l’artista ha detto:

Ho voluto rappresentare, sotto metafora, come il mondo opulento e ricco dovrebbe comportarsi nei confronti della parte del pianeta ancora sotto la morsa della fame e del sottosviluppo.

Ne è uscita un’opera carica di suggestione, dove i due emisferi a confronto sono uniti da due mani che si protendono ad offrire il pane.

Per significare che il mondo dovrebbe unirsi in un impeto di giustizia e di solidarietà per assicurare a tutti gli uomini della terra, una vita dignitosa, degna di essere vissuta.

di Massimo Pacetti

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