Il pomeriggio in Aula Consiliare si apre alle 16:30, con l’illustrazione del progetto legato allo Studio Epidemiologico. Ad aprire l’incontro è il Sindaco di Aprilia, Antonio Terra. “Abbiamo voluto fortemente questo progetto, come Amministrazione abbiamo tentato di dare il nostro contributo, nonostante alcune tematiche non le governiamo. Volevo sottolineare – prosegue Antonio Terra – da due anni a questa parte, soprattutto nei rapporti con la dirigenza, è cambiato quasi tutto. Nonostante la sanità nel Lazio ancora arranca, ci aspettiamo qualcosa di più. Rispetto a questo progetto, sappiamo che la città negli ultimi 30 anni è cresciuta, e ci sono tante aziende che sono elementi positivi per un territorio, e destano, allo stesso tempo, preoccupazione. Abbiamo vari focolai aperti che creano allarmismi: oggi, presentiamo questo lavoro che è sunto delle operazioni fatte da febbraio ad oggi“.
“Vorrei sottolineare che Aprilia è un comune che segna, con questa iniziativa, una svolta culturale molto importante – dichiara invece il Dott. Michele Caporossi, il Direttore Generale della ASL – si da il segno di interesse, da parte dell’Amministrazione, attorno al modo di trattare la situazione dei determinanti della salute, questione che non va presa in chiave demagogica. Il concetto è quello della massima evidenza scientifica. Un esempio è legato alle vaccinazioni: la questione va affrontata con mezzi pubblici, e ci vuole informazione reale e verificata a riguardo”.
“Lo Studio Epidemiologico è un’esperienza che ci può lasciare un ottimo feedback: è un progetto pilota – incalza Caporossi – ed abbiamo utilizzato un metodo che verrà esposto: un metodo che affronta le cose con un doppio binario”.
“Una buona Amministrazione è quella che si preoccupa effettivamente della salute e della qualità di vita della popolazione, e non solo quella che fa – chiosa Eva Torselli – quadrare bilanci“. Ad illustrare la prima parte dello studio è il Dott. Fabio Pannozzo.
Percorso che nasce nel gennaio 2013, con la richiesta del Sindaco per lo studio, e dopo altri step burocratici, al termine del mese di febbraio del 2015, arriva l’atto deliberativo ASL per l’impegno di spesa del progetto. “Il modello è nato negli anni ’70, ed è stato utilizzato in America Latina: modello che fosse partecipativo, con sei gruppi di lavoro composti da volontari provenienti dalla ASL e dal Comune di Aprilia. L’intenzione è quella di studiare anche patologie con minore latenza, e non solo tumori che possono incubarsi in vent’anni. Oggi è una tappa importante, e ci si rende conto delle difficoltà e della ricerca delle opportunità per proseguire”.
Le prime fasi dello studio su Aprilia hanno evidenziato che dal 2000 al 2011 si conferma l’eccesso di casi di tumore maligno al polmone, con un aumento del 16%, e del cancro allo stomaco: tutto rapportato al resto della Provincia di Latina. Nelle donne, invece,si registra un aumento del 28% per il tumore alla tiroide e per il mieloma. Non sono, tuttavia, dati legati alla “durata” della residenza, e non sono necessariamente indicative per correlazioni con patologie e territorio.
A parlare invece dello studio legato ad aree industriali e siti contaminati è a cura della Dottoressa Carla Ancona, la quale ha manifestato l’intenzione di voler portare ad Aprilia lo studio di coorte. “Posso studiare la contaminazione con modelli di dispersione (più si è vicini, più si è a rischio, ndr), ma presenta alcuni limiti, come ad esempio l’inquinamento da ciminiera, che dipende invece dalle caratteristiche orografiche. Avere un rapporto con ARPA ci permetterà di essere più precisi in merito. Eccessi di mortalità legati a forme tumorali potrebbero essere riconducibili a criticità ambientali ed occupazionali, e l’eccesso di ricorso a cure ospedaliere potrebbe essere riconducibile a modelli assistenziali specifici dell’area”.
Sui rischi ambientali interviene il Dott. Roberto Lupelli: “L’idea è quella di rappresentare l’evoluzione di Aprilia in questi anni, e quanto incidono le aziende sul territorio, sfruttando i dati delle misurazioni INAIL”. Sono state, in seguito, sviluppate anche le cifre della sorveglianza PASSI.