È di grande impatto ed è la prima rotatoria data in custodia ad una associazione, l’associazione Golia di Terramatta. L’autrice Alessandra Fiordaliso ci racconta l’opera: “Da sempre , per necessità o virtù, lavoro con materiali rigorosamente post-consumo, in particolare cartone e plastica che raccolgo e seleziono. Mi definisco artista attivista, ho diviso il mio lavoro in ERA-cartone ed ERA-plastica, con questi materiali, soprattutto con la plastica, ho deciso di veicolare contenuto e messaggio. Da sempre ritengo che la salvaguardia della Terra, che noi “umani” occupiamo, sia l’unica politica attuabile e che l’altra politica dovrebbe esserne solo la ragionevole conseguenza e, anche se quasi fuori tempo massimo, ci stiamo arrivando finalmente! Ci tengo a sottolineare che PIANETA3.0 non è interamente opera mia, io ho solo raccolto ed assemblato la plastica che molti “co-autori” hanno abbandonato sulle spiagge e sulle strade del nostro territorio, oltraggiato oltre modo dai rifiuti. PIANETA3.0 è un’installazione che non necessariamente deve piacere, esattamente come non dovrebbe piacere ai più la realtà in cui versa il nostro Pianeta. L’opera nasce dall’incontro con Elena Castellacci, cara amica e fotografa, che mi ha segnalato a Paolo Severi (committente e finanziatore della struttura portante) che con l’associazione Golia adottato la rotatoria dove è stata collocata l’opera. PIANETA3.0 ha un diametro di 3 metri per una superficie di 28 metri quadrati. Sulla struttura sferica di alluminio ho ”cucito” ogni singolo pezzo di plastica: oggetti e contenitori che ci stanno soffocando, e che in soli 70 anni hanno cambiato la nostra vita, modificando irreversibilmente aria acqua e terra”.
“PIANETA 3.0 , non è opera mia, Pianeta è di tutti!” il messaggio di Alessandra Fiordaliso.