La protesta in via Cinque Archi contro l'”ecomostro” di Velletri ritorna in auge con il presidio organizzato dalle associazioni No Biogas e No inceneritore di Albano.
La questione è stata già discussa in ambito istituzionale, arrivando addirittura in Parlamento; inoltre i comuni di Aprilia e Velletri insieme avrebbero analizzato il modo per bloccare l’iter autorizzativo in Regione.
La protesta è indirizzata alla possibile realizzazione dell’impianto biogas a Lazzaria, una struttura di stoccaggio e una discarica a pochi passi dai campi coltivati e dal carcere: una cava di pozzolana che potrebbe diventare appunto una discarica da 2 milioni di tonnellate. E’ possibile anche che l’area interessata ospiti un impianto da 30 mila tonnellate, un secondo da 40 mila e un impianto TMB da 100 mila tonnellate, a ciò si aggiunge anche lo smaltimento di compost.
La manifestazione, a cui hanno partecipato le associazioni ambientaliste locali ed i cittadini di Aprilia e Velletri, è contro la realizzazione di questo stabile, il quale avviamento potrebbe cancellare di netto le coltivazioni tipiche di questo territorio, la maggior parte fregiate dal marchio Dop, IGP e Doc, senza contare il rischio di inquinamento della falde acquifere, che alimentano con acqua potabile i comuni di Aprilia, Anzio e Nettuno.
I svariati comitati e l’associazione “No inceneritore di Albano” sono preoccupati per la decisione presa dalla Regione Lazio, che vede in Velletri un sito strategico per stoccare circa 2 milioni di rifiuti provenienti dalla capitale, cancellando in un batter d’occhio la peculiarità agricola del territorio, con il pericolo di inquinare le falde che distano 5-6 km da Aprilia.
La prossima manifestazione è fissata per il 6 novembre sotto il palazzo regionale.
Melania Orazi