“Non si scappa dalla Biogas”, sembrerebbe questo il risultato della riunione, organizzata dal Comitato No-Biogas, al Ristorante di Aprilia, “le Isole”.
A quanto pare, la discarica di TBM della soc. ECOPARCO non avrà l’approvazione dalla Regione, mentre resta il progetto per l’impianto di digestione anaerobica della frazione organica dei RSU, con produzione di biogas e recupero energetico; è previsto quindi uno smaltimento di circa 33.000 t/anno sul territorio che segna il confine tra Aprilia e Velletri.
Il rischio di inquinamento ambientale è abbastanza serio, inoltre, essendo molti i Comuni coinvolti, ogni giorno decine e decine di camion transiteranno sulle strade della Città per andare a confluire i rifiuti all’impianto.
“Si rischia di avere un ulteriore caso Kyklos”, afferma un cittadino Apriliano presente all’incontro. “E’ previsto uno smaltimento di percolato ricco di metalli estremamente nocivo e difficile da trattare. Una volta partito l’impianto, è previsto un ampliamento delle strutture. Inoltre, sorgerà in una zona agricola, con coltivazioni pregiate che sono una ricchezza per il nostro territorio. Come se non bastasse, sotto a quei terreni scorre la falda di Carano, che disseta le nostre famiglie”.
Ciò che sconcerta di più i cittadini è che né il Comune di Aprilia e né quello di Velletri abbiano presentato osservazioni tecniche per l’impianto Biogas, ma solo per la discarica della Società Ecoparco. “Perchè?”, si chiedono i cittadini. “Perché la politica, tutta, chiude gli occhi davanti a questo nuovo attentato alla salute pubblica? Perché a nessuno interessa la salvaguardia del territorio? Perché noi cittadini dobbiamo sempre essere le vittime sacrificali? Quali interessi economici ci sono dietro? Possibile che si tratti di “non conoscenza”? Siamo una città di 73.000 abitanti forse è il caso che la politica si adegui alla grandezza della città. Serve maggiore attenzione e un modo più diretto di governare Aprilia”.
A.M.