Continua imperterrita la protesta nei confronti della presenza del ripetitore Vodafone di via Amaseno.
Angelo, il fautore, non rappresenta il singolo ma un’intera comunità che si sente defraudata della propria condizione di vivibilità. Sono tre giorni che Angelo non mangia e non torna a casa. Prendendo a riferimento l’umile gesto, ciò non toglie la preoccupazione della famiglia nei confronti di Angelo dalla salute non brillante. E proprio per questo motivo che i Carabinieri questa mattina hanno fatto un sopralluogo per constatare la situazione e le condizioni dell’uomo.
Il regolamento comunale risale al 2011: considera l’installazione di ripetitori di telefonia mobile su area pubblica, il montaggio e le particolari procedure da adottare se lo stesso viene montato a ridosso di aree sensibili.
Fatto sta che l’installazione di SRB è autorizzata dagli uffici competenti del Comune previo parere da parte dell’Arpa, organo a cui viene assegnata per competenza il controllo ed il monitoraggio delle onde elettromagnetiche. Rimane da capire se la distanza dalle abitazioni è rispettata o meno. Secondo le disposizioni della legge nazionale (decreto Gasparri), prevedono l’ introduzione di norme meno restrittive e maggiore libertà nel posizionamento di ripetitori per la telefonia mobile sul territorio nazionale. I Comuni, comunque, possono definire le aree più idonee all’installazione degli impianti e quelle invece da escludere per motivi ambientali e paesaggistici. Una legge, quella voluta dall’ex Ministro per le telecomunicazioni, che fissa a 70 metri la distanza minima dei ripetitori dalle abitazioni e che chiama l’ARPA, l’Agenzia Regionale per la Protezione
dell’Ambiente, a dare il parere positivo al posizionamento. La domanda è la seguente: rispetta la distanza suddetta la neo antenna di via Amaseno? Una volta ottenuto il via libera dall’Arpa, il Comune comunque sia che abbia autorizzato con regolare concessione edilizia l’installazione di un ripetitore per impianti di telefonia mobile, non è ostativo ad un successivo ricorso con il quale la stessa amministrazione chieda, per tutelare il diritto alla salute dei propri cittadini, l’emissione di provvedimenti urgenti e anche la rimozione, la delocalizzazione o, in via subordinata, la disattivazione dell’impianto, qualora questo non abbia rispettato il progetto costruttivo o per il superamento dei limiti delle emissioni tollerabili (6V/m). Quindi secondo il regolamento emanato dall’Amministrazione comunale, in virtù di tutte le antenne installate sul territorio di Aprilia, non supererebbero il limite suddetto.
Il Sindaco questa mattina ha raggiunto il signor Angelo, da tre giorni fuori casa senza cibo, ascoltando le sue osservazioni e richieste: “Voglio conoscere la certificazione che il Dott. Antonucci dell’Arpa ha preparato prima di consegnarla al Comune. La zona di Campo di Carne sembra essere un terreno di conquista: un accanimento questo che non può portare a nulla di buono. Al Sindaco questa mattina ho fatto una domanda: perché installare nel ben mezzo delle abitazioni questo ripetitore e non in luoghi più adeguati? La sua risposta ha lasciato ancora dei dubbi poiché pronunciata non in maniera del tutto chiara. Il mio obiettivo? Conoscere la certificazione dell’Arpa; pretendiamo inoltre il rispetto della sicurezza ambientale ed dei parametri di legge. Il montaggio del ripetitore ha causato una svalutazione dei lotti e delle abitazioni circostanti di almeno l’80%. La costruzione della piattaforma è iniziata il 18 Dicembre, nel pieno silenzio e senza preavviso. Il valore dei lotti in un lontano futuro probabilmente verranno risarcito ai proprietari. L’antenna è stata montata su un terreno privato di un individuo che non è residente qui. Al di là della remunerazione che mensilmente potrebbe percepire (si parla di 22 mila euro l’anno circa), e se il ripetitore fosse stato installato vicino la sua abitazione come avrebbe reagito? La mia protesta continua, voglio risposte. Tutto questo martirio si poteva evitare, bastava utilizzare un po’ di buon senso ed onestà intellettuale.”
Melania Orazi