L’atto di indirizzo per la riqualificazione dei parchi gioco presenti ad Aprilia è stato deliberato dalla Giunta Comunale giusto due giorni fa, il 4 ottobre.
In questo atto vengono descritte le strategie che l’Ente vorrebbe utilizzare per riordinare i dodici parchi esistenti, che saranno soggetti ad opere manutentive, più altre tre aree verdi (quella in Via Bulgaria, il Parco della Musica e l’area “Sandro Pertini” di Via dei Mille) da attrezzare adeguatamente.
Entrambe le soluzioni proposte rischiano di far discutere molto, visto che prevedono l’entrata in scena dei privati.
Questo perché quando si parla di aree verdi si parla di spazi pubblici.
Dopo l’assegnazione di tre aree verdi a società sportive, questa nuova delibera potrebbe portare a nuovi scontri con le opposizioni.
La prima opzione pensata dalla Giunta è quella del Partenariato Pubblico Privato.
La scelta del Comune, comunque, risulta prevista dall’articolo 180 del DLgs. 50/2016, che disciplina appunto l’istituzione del partenariato, trasferendo all’operatore economico privato tutti i rischi:
- costruzione – come viene spiegato nella delibera approvata dalla Giunta -: ovvero il rischio legato al ritardo nei tempi di consegna, al non rispetto degli standard di progetto, all’aumento dei costi, ad inconvenienti di tipo tecnico nell’opera e al mancato completamento dell’opera;
- disponibilità: il rischio legato alla capacità, da parte del concessionario, di erogare le prestazioni contrattuali pattuite, sia per volume che per standard di qualità previsti;
- domanda: il rischio legato ai diversi volumi di domanda del servizio che il concessionario deve soddisfare, ovvero il rischio legato alla mancanza di utenza e quindi di flussi di cassa.
Altra soluzione possibile, da affiancare a quella appena descritta, potrebbe essere la Locazione Finanziaria.
Anch’essa viene disciplinata dal DLgs. 50/2016 (articolo 187) e prevede la collaborazione del Comune con enti privati.
E, secondo quanto deliberato dalla Giunta, questo secondo espediente permetterebbe di raggiungere molti obiettivi:
- reperimento delle risorse finanziarie da un soggetto privato;
- realizzazione “chiavi in mano” delle opere complete in ogni parte, comprensive di tutti gli impianti necessari, agibili, funzionanti e munite di tutti i permessi e autorizzazioni varie all’uso;
- possibilità di eliminare i rischi finanziari legati alle perizie suppletive, errori progettuali, slittamento dei tempi di esecuzione;
- snellimento di tutte le attività tecniche e burocratiche connesse all’intervento e la conseguente riduzione di tempi rispetto alla procedura dell’appalto di costruzione;
- realizzazione dell’opera ad un costo certo e definito sin dal momento dell’aggiudicazione e con una rata di leasing fissa, invariabile da iniziare a corrispondere solo dopo il collaudo dell’opera;
- realizzazione e consegna dell’opera nei tempi prefissati;
- flessibilità di applicazione dello strumento in termini di impatto sul bilancio pubblico.
Secondo Piazza Roma, l’utilizzo simultaneo di queste due opzioni comporterebbe
evidenti condizioni di efficacia, efficienza e rapidità dell’azione amministrativa.
Resta da vedere in quanti, tra le opposizioni, saranno d’accordo.
di Massimo Pacetti