L’incontro della scorsa settimana lascia qualche spiraglio positivo sulla possibilità di risolvere alcuni problemi della sanità apriliana.
Questa, almeno, la sensazione dei responsabili del Tribunale per i Diritti del Malato, promotori del vertice in Regione.
Soprattutto perché si sta prendendo coscienza della situazione drammatica della nostra città:
“Una realtà – ricorda il TDM – con 73.000 abitanti.
Ma che è ferma ad un organico sanitario necessario per l’esigenza di 20/30.000 cittadini.
Questo essenzialmente perché la programmazione non ha seguito lo sviluppo demografico.
Arrivando invece a privilegiare e rafforzare i presidi ospedalieri con rapporti di incremento personale assurdi.
Su 500 assunzioni, solo dieci venivano suddivisi tra i vari poliambulatori distrettuali.
Ricordiamo che nella nostra ASL, nel 2014, erano presenti 104 persone.
Ad oggi ne contiamo solo 82.
Questo la dice lunga sulla politica di austerità messa in essere con il piano di rientro.
Il quale ha fatto si che tutti i tentativi degli ultimi quattro anni di iniziare a creare e fare funzionare i vari PDTA per le tre più importanti cronicità, siano falliti“.
Ricordiamo che i PDTA sono i percorsi diagnostici terapeutici assistenziali.
Ovvero la presa in carico del paziente da parte di specialisti di malattie croniche.
Altra questione prioritaria riguarda proprio la presenza di figure specialistiche.
In particolare, l’arrivo di un neuropsichiatra infantile fino a dicembre, non è sufficiente per la ASL di Aprilia:
“L’impegno prioritario condiviso – ricordano i volontari del TDM – è soprattutto aumentare le 28 ore settimanali del cardiologo.
Di cui 24 per i diabetici cronici e solo 4 per il resto dei cittadini.
Ciò può essere fatto attingendo dalle 800 ore disponibili per la ASL LT, ma che al momento non sono finanziate.
Ed arrivare così ad incrementare, con i medici sumaisti, le 4 ore ad almeno 28 ore settimanali.
Per gli infermieri il discorso si potrebbe allungare un po’ perché, in questi ultimi anni, tutti i concorsi erano stati bloccati”.
La volontà di affrontare i problemi è stata ribadita da entrambe le parti.
Un primo passo è dunque stato fatto.
L’importante è rendersi conto che il percorso è solo all’inizio.
di Massimo Pacetti