Schiavi di quattro mura, di chat e relazioni sociali inesistenti, il dramma silenzioso dell’isolamento volontario

Ad Aprilia l’assemblea sull’Hikikomori, patologia dal termine giapponesi. L’iniziativa organizzata dai genitori di ragazzi autoreclusi in casa. Quale approccio socio-educativo al problema?

Si terrà sabato 9 marzo, dalle ore 15 presso la sala conferenze della biblioteca comunale “Giacomo Manzù” di Aprilia, il convegno sulle dinamiche e buone prassi nel caso in cui un parente stretto scelga il dramma silensioso dell’isolamento volontario.

L’iniziativa è promossa dai genitori dell’associazione Hikikomori Italia. Il termine, di origine giapponese (dove è stata teorizzata questa patologia), sta ad indicare il fenomeno psicosociale, letteralmente, dello “stare in disparte”.

L’Hikikomori, infatti, si riferisce a coloro che hanno scelto di ritirarsi dalla vita sociale, spesso cercando livelli estremi di isolamento e confinamento. E’ un fenomeno molto più vicino alla realtà quotidiana di ogni famiglia di quanto non possa pensare e il percorso terapeutico, che può durare da pochi mesi a diversi anni, consiste nel trattare la condizione come un disturbo mentale (con sedute di psicoterapia) oppure come problema di socializzazione, stabilendo un contatto con i soggetti colpiti e cercando di migliorarne la capacità di interagire.

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