Il Consorzio Industriale di Aprilia, con sede nel Quartiere Vallelata, in due convocazioni differenti, l’ultima risalente in data 5 Marzo 2015, invita gli industriali a partecipare all’assemblea dei consorziati per discutere sullo scioglimento del Consorzio, condizione questa non ancora esaudita. Gli industriali – a parer loro – sono scontenti della situazione che si è venuta a creare nell’arco degli anni, denunciando uno stato di incuria, di abbandono e di scarsa sicurezza in cui verserebbe la zona facente parte del Consorzio, nonostante – ribadiscono con forza – versino una quota annua consistente, calcolato in base ai millesimi (a mo’ di condominio).
I dubbi sorgono in virtù anche della scelta di sciogliere il Consorzio: “Prima di prendere questa decisione – sostengono alcuni industriali intervistati – desideriamo vedere le carte che giustifichino questa scelta.” Di solito, come si conviene, li appositi documenti vengono resi noti durante le assemblee dei consorziati e dovrebbero essere disponibili presso la sede, condizione questa confermata anche dallo stesso legale del Consorzio, Avv. Sabrina Resta: “Di tutte le spese del Consorzio ci sono le documentazioni che nessuno mai si è preoccupato di chiedere e verificare in che modo il loro denaro è impiegato. Noi siamo disponibili a prendere parte anche ad un incontro pubblico per chiarire questa situazione con il Sindaco e consorziati, in maniera tale da trovare una soluzione. I consorziati – alcuni comprensibilmente morosi da anni – possono venire a esaminare tutta la documentazione amministrativa e contabile del Consorzio, realtà che nessuno ha mai negato. I dubbi e sospetti che nutrono nei confronti del Consorzio possono essere chiariti nelle sedi competenti: consiglio di amministrazione, un’assemblea, che è il loro potere convocare; possono esaminare le carte e chiedere lumi, prospettiva che credo non abbiano mai valutato. Le opere che realizzate – come preteso dal Comune – sono state messe a disposizione di tutta la comunità, costruzioni quindi del tutto funzionali al tessuto urbanistico della zona. E’ chiaro che questa funzione non sussista perché il Comune deve farsi ancora carico di queste opere. Mi farebbe piacere se quel gruppo di industriali che ha dei dubbi venisse da me per chiedere spiegazioni e far valere i propri diritti di consorziati nel rispetto del regolamento e della legge. Ribadisco che il nocciolo del problema è un altro: tutte quelle opere non possono essere prese in carico da ciascuna industria, che sono piccole realtà produttive locali, è ora invece che il Comune di Aprilia – visto che è stato fatto un collaudo eppure con esito positivo da parte dal tecnico del Comune – si prenda le sue responsabilità. Il Consorzio inoltre, dopo l’esito del collaudo, è stato svincolato dalla polizza fideiussoria; e se a tutt’oggi il Sindaco pretende che tutto sia funzionante e funzionale… lo era fino a quando il Consorzio ha garantito la manutenzione, spese che avrebbe dovuto sostenere l’ente di piazza Roma. Se però serve a mettere un punto a questa storia, a dare alla collettività ovvero al Comune queste opere, ci dicesse quando ha intenzione di adempiere alla Convenzione e quindi ad acquisire definitivamente talune opere di urbanizzazione primaria.”
Tutto è nato da una fuoriuscita di acqua da un tombino situato in via dei Pionieri Fondatori a Vallelata, e secondo la cartina del Consorzio, nel quale si evincono i confini dello stesso, la perdita dovrebbe essere ripristinata proprio dal gruppo: “Il Consorzio dovrebbe prendersi in carico anche questa spesa, ma non ne ha la possibilità economica per procedere” – ci spiega l’Avvocato. “Questo problema se tanto tange ai consorziati se ne potrebbe parlare in un assemblea con il fine di prendere una decisione su come operare. Contemporaneamente considero l’intervento del Comune idoneo al fine di ristabilire la naturalità della situazione, perché tutto ciò che attiene al discorso delle acque sono tutte opere di urbanizzazione primaria realizzate dal Consorzio e il Comune ha il dovere per legge di prendere in carica l’area sin dal 2011 in seguito al collaudo risultato positivo. Perché non rispetta la convenzione?”
D’altro canto, gli stessi consorziati, molto spesso avrebbero respinto l’invito alle riunioni a causa dell’orario in cui si svolgevano, essendo nel pieno delle attività lavorative. In aggiunta gli stessi lamentano l’accesso ai servizi del Consorzio da coloro che non verserebbero nessuna quota annua per la manutenzione dell’area: “Non tutti partecipano alle spese di manutenzione del Consorzio nonostante usufruiscono di strade e servizi dello stesso; ci accorgiamo inoltre che la gestione e la cura sono limitati: aree verdi in abbandono, illuminazione non funzionante e il degrado aumenta esponenzialmente. Ci domandiamo: come vengono utilizzati i nostri soldi?”
L’incomprensibilità di una data situazione inevitabilmente genera equivoci ed ambiguità, senonché qualche sospetto. Tale circostanza (del tutto ipotizzabile) è stata subito messa a tacere dal legale rappresentante del Consorzio, Avv. Sabrina Resta: “La spesa più ingente riguarda sicuramente la manutenzione del depuratore e ciascun consorziato, autonomamente, non sarebbe in grado di sostenere. In corrispondenza a quanto pocanzi detto, l’Amministrazione, l’Assessore e gli uffici tecnici di competenza garantivano la stipulazione di un accordo con Acqualatina che avrebbe dovuto prendersi carico degli oneri inerenti al depuratore, costruzione questa di cui beneficerebbe tutta la comunità. Nell’ultimo incontro con il Sindaco, nel quale era presente il Presidente del Consorzio e alcuni consorziati, che hanno avuto la buona volontà di seguire la vicenda, lo stesso ha richiesto la dotazione di una prova tecnica (un’ennesima) sulle potenzialità del depuratore, valutazioni prese in carico dall’Ing. Giustiniani. Ciononostante al Comune avessimo fatto recapitare tali misurazioni a tutt’oggi non abbiamo ricevuto nessuna risposta in seguito alla richiesta di adempimento a quanto previsto dalla convenzione. Per tale motivo che il Comune è stato diffidato e di tutte queste mie diffide sarà complicato avere una risposta esaustiva, dato che in tutti gli incontri – molto evasivi – si pendeva in direzione di Acqualatina, attendendo che la società si prendesse carico del depuratore. Il Comune – oltre a prendere in questione questo imponente impianto – è obbligato – come la convenzione dichiara – ad impugnare tutte quelle opere di urbanizzazione primaria, cosa che non ha ancora fatto. In questo modo il Consorzio si sarebbe occupato soltanto di quelle aree che servono esclusivamente ai capannoni. A fronte di una comprensibile inadempienza da parte dei consorziati, il Consorzio stesso non ha più la possibilità di gestire il tutto e a causa di ciò è stata presa in considerazione la volontà di scioglierlo: esso non è più in grado di svolgere alcuna attività, per l’indisponibilità di fondi e per l’impossibilità di reperirli, poiché sono costi troppo elevati da sostenere per i singoli consorziati. La sopravvivenza attuale del Consorzio consiste principalmente nel costringere il Comune a farsi carico delle opere e probabilmente nella prossima assemblea decideremo di scioglierlo. Dato che certifica la fatica del Consorzio a rimanere in piedi in parte è legata anche al ritardo nel compenso di tecnici ed ingegneri per un lavoro che hanno già svolto.”
Il Sindaco, Antonio Terra, riferisce in un’intervista che il Comune sarebbe disposto a prendersi carico delle cosiddette “aree pubbliche: strade, illuminazioni, giardini, marciapiedi, ma soltanto nel caso in cui esse siano cedute funzionali e funzionanti.” “Il Consorzio Industriale Aprilia è nato a seguito delle concessioni rilasciate dal Consorzio Industriale Roma-Latina che insieme al Comune di Aprilia ha sottoscritto una convenzione. I gestori del Consorzio non riescono a mettere a regime tutti i compartecipanti e quindi a fatica riescono a compiere un minimo di manutenzione. Noi siamo disponibili a prendere in carico tutte quelle aree cosiddette pubbliche previo collaudo e cedute funzionali e funzionanti, perché il Comune non è in grado di sopportare dei costi legati al ripristino della zona. Il Presidente del Consorzio, presente alla riunione, mi ha riferito che avrebbero messo in moto la macchina del collaudo effettuato da un loro ingegnere, ma allo stato delle cose non ho ricevuto formalmente nessuna risposta. Ci sono una serie di aspetti che andrebbero sistemati. Il depuratore è invece un’opera imponente ed importante, essendo sovradimensionato potrebbe essere di aiuto nel collettare alcuni nuclei abusivi. Il discorso riguardante l’acquedotto è invece di competenza di Acqualatina, che si dovrebbe far carico di ripristinare il cancelletto oppure richiedere noi un’autorizzazione ad entrarvi. E’ pur vero che se qualcuno brama ad accedere all’interno della struttura con l’intenzione di portare via del rame, la zona e una parte della città rimarrebbero senza acqua. Cercheremo di risolvere il problema.”
La zona del Consorzio e del Quartiere in generale è stata oggetto di vari furti, tra cui ben 18 chiusini: “La situazione di dissesto economico del Consorzio – ci spiega la stessa legale rappresentante – è imputabile alla incomprensibile attesa del Comune nel prendere in gestione le opere di urbanizzazione, come sottoscritto nella convenzione: stiamo parlando di opere collaudate da tempo e questa attesa non fa altro che deteriorarle, ovviamente.”
Il 1°Marzo 2000 la società Aprilia 90 Srl, la società Le Magnolie Srl e il Consorzio Industriale di Aprilia, stipulava con il Comune di Aprilia una Convenzione per la realizzazione di opere di urbanizzazione primaria, ossia: la viabilità, la rete fognaria, l’impianto di depurazione, la rete idrica, le aree verdi ed il parcheggio pubblico, in località via delle Valli. In particolare il Consorzio Industriale Aprilia si assumeva l’obbligo di acquisire le opere di urbanizzazione e di provvedere ad una loro manutenzione, e dopo il collaudo finale cederle al Comune. Il collaudo effettuato a Marzo 2011 da un ingegnere del Comune avrebbe dato esito positivo, ma nonostante i numerosi incontri con i gestori del Consorzio, a tutt’oggi l’ente ancora non avrebbe provveduto all’acquisizione delle opere di urbanizzazione, condizione dettata dalla Convenzione sopracitata. Per tale motivo che il legale del Consorzio, tramite atto stragiudiziario risalente al Dicembre 2012, diffida e costituisce in mora il Comune di Aprilia, affinché adempia a quanto sottoscritto dalla Convenzione del 2000. Nonostante le numerose comunicazioni inviate al Comune di Aprilia, nonché i due atti stragiudiziali, rispettivamente, del 20/12/2012 ed il 5/03/2013, il Consorzio non sarebbe più in grado di gestire le ingenti spese connesse alla gestione e alla manutenzione delle opere, tanto da essere costretto allo scioglimento e messa in liquidazione: “Alla luce di questa situazione – ci spiega l’Avv. Sabrina Resta – il Consorzio sarà costretto a breve ad interrompere il funzionamento del depuratore, con grave ripercussione per le industrie del comprensorio, già provate dalla crisi economica.”
Melania Orazi