All’Ipercoop presso il centro commerciale Aprilia2 sono iniziate le operazioni “svuota-tutto” sugli scaffali. Tra pochi giorni il colosso del commercio apriliano chiude. La promessa: si riapre a Pasqua, sempre a marchio Coop, pur con una metratura ridotta dell’esercizio commerciale. Resta invece incerto il futuro dei lavoratori della Coop di Via Mascagni, gli ultimi appigli tra due giorni al vertice in Ministero.
Sugli scaffali dell’Ipercoop di Aprilia2 iniziano a scarseggiare i prodotti in vendita. I clienti acquistano la merce ma da un paio di giorni gli addetti al servizio hanno smesso di rimpiazzare le confezioni. Ovunque campeggiano cartelli che invitano all’acquisto grazie ad allettanti sconti, ad esempio fino al 50% per la merceologia (anche grandi elettrodomestici).
Tra pochi giorni l’Ipercoop chiude per ristrutturazione. E se da un lato ciò comporta lo slittamento a giugno della chiusura annunciata della Coop di via Mascagni, allo stesso tempo rende visibile e tangibile la crisi che ha investito il prestigioso marchio.
Tra tante difficoltà, ci sono tuttavia alcuni spiragli e alcune certezze che, in un momento di forti dubbi e difficoltà, provano a tranquillizzare il personale dipendente. In primo luogo, la garanzia della riapertura ad Aprilia2 tra qualche settimana, giusto in tempo per la spesa di Pasqua. Non ci sarà più l’esercizio commerciale mastodontico, ma sarà pur sempre a marchio Coop. Per quanto riguarda, invece, il punto vendita più piccolo, ma storico, di via Mascagni, c’è da sperare nel vertice convocato il prossimo 10 gennaio al Ministero dello Sviluppo Economico.
Ne abbiamo parlato, in esclusiva, con il presidente dell’Associazione Soci Coop Rosario Grasso.
“La Coop di via Mascagni – ha detto Rosario Grasso – resta aperta almeno fino a giugno, proprio per non privare la città di Aprilia del marchio Coop. Ad Aprilia2, tra pochi giorni, si chiude per la ristrutturazione e il ridimensionamento nella metratura. A Pasqua ci sarà il rilancio, pur con superficie ridotta, ma comunque a marchio Coop. Grosse sono le preoccupazioni per i lavoratori della Coop di via Mascagni, ma l’azienda ha offerto garanzie, come la quota di 20 mila euro per la buonuscita, una cifra più ridotta per chi accetta il trasferimento in altra sede, nel Lazio o in Toscana. Discorso diverso invece per l’Ipercoop, in mano ad un’altra società: il 10 se ne parlerà al tavolo convocato presso il Ministero. Si pensa ad una procedura di cassa integrazione per il breve periodo necessario”.
Rosario Grasso, presidente dell’associazione Soci Coop