Un anno di urbanistica e pianificazione a tutela del territorio e dell’interesse pubblico.

Con i provvedimenti che approderanno in aula nel prossimo Consiglio Comunale si chiude il primo anno di Amministrazione, occasione per tracciare un bilancio delle azioni messe in campo in materia urbanistica dal gruppo politico.

Fin dai primi giorni l’Assessore Salvatore Codispoti ha dato priorità al mandato politico del gruppo che lo ha espresso, ponendo le basi per sottoporre al Consiglio provvedimenti di sistema, vero vulnus degli anni che lo hanno preceduto. Si è ravvisata la necessità di dotare l’Ente di strumenti organici l’espressione di un’autentica idea di città, capace di superare i due elementi che hanno segnato la storia del territorio: lo spontaneismo o abusivismo di necessità, la dismissione di numerosi siti produttivi scaturita dalla fine della “cassa del mezzogiorno”.

Sulla base di queste premesse, prendendo atto che la Variante di recupero delle periferie era in attesa di “tornare” dalla Regione, si è scelto di costruire una Variante di adeguamento e salvaguardia del PRG vigente. Uno strumento necessario a delineare azioni di valorizzazione del sistema ambientale e permettere la rigenerazione del sistema antropizzato senza ulteriore consumo del territorio. Questo elemento è un punto fermo del programma politico che intendiamo attuare non in antitesi alle legittime richieste di sviluppo economico e produttivo, ma in un’ottica integrata di grande equilibrio. Con l’adozione definitiva della Variante di salvaguardia che contiamo di licenziare entro l’anno, potremo dotare il Comune di un Piano energetico comunale, un piano di piantumazioni e altri strumenti per la tutela ambientale, paesaggistica, archeologica e idrogeologica. Oggi il territorio è privo di difese e lo dimostra l’alto numero di richieste di insediamento di attività produttive ad altissimo consumo di suolo.

La difesa del territorio ci ha visto impegnati a tutti i livelli, anche attraverso la ferma contrarietà alla Variante ASI, un ampliamento ingiustificato di perimetro, in assenza di investimenti concreti, nonostante il Consorzio disponga già di numerose aree dismesse da recuperare o non ancora utilizzate. Il Consiglio Comunale, anche per mezzo della Commissione, è tornato ad essere lo spazio democratico del confronto costruttivo e trasparente, nella consapevolezza che gli interessi dei privati sono legittimi, ma che agli amministratori compete la difesa dell’interesse pubblico, il grande assente sulla scena politica.

Su questo argomento le delibere che approderanno in aula in occasione del prossimo Consiglio Comunale vogliono definire con maggiore sistematicità e meno discrezionalità le regole perequative proprio a difesa dell’interesse pubblico: mai più il territorio dovrà essere svenduto e le opere compensative dovranno essere realizzare interamente prima di maturare i diritti derivanti dalla variante. Si cambia registro, serviva un segnale chiaro e forte, lo abbiamo dato.

 

Il testo del provvedimento della rigenerazione è davvero un lavoro innovativo, misurato, tutto orientato all’effettivo recupero di aree dismesse e alla riqualificazione degli immobili: le premialità previste, a cui si accede prevalentemente con la demolizione dell’edificio, sono la spinta necessaria a rendere economicamente conveniente l’intervento. Le delocalizzazioni di immobili demoliti vanno a premiare l’abbandono di aree poste in fasce di rispetto idrogeologico, problema annoso per il nostro territorio sul quale è necessario esercitare tutti gli strumenti preventivi disponibili.

L’URPA

Infine la costituzione dell’Ufficio per la Riqualificazione delle Periferie Apriliane (URPA) è lo strumento organizzativo che i Consorzi hanno chiesto da anni e che mai nessuno ha realizzato; lo abbiamo fatto perché crediamo che è indispensabile aprire gli uffici pubblici a quanti vivono una condizione perché ilsuccesso potrà esserci nella misura in cui saprà fattivamente coinvolgere i cittadini. Inoltre, la novità sta tutta nell’approccio interdisciplinare perché finora ciascun ufficio si è chiuso “dentro” la propria competenza. Il lavoro più grande da fare è nel cambio di mentalità: le risorse non ci sono e senza coinvolgere i cittadini nella realizzazione delle reti fognarie le istituzioni rischiano di imprigionarli nelle rispettive borgate senza servizi, depauperando il valore degli immobili, condannandoli all’isolamento sociale. Per concludere il progetto del nuovo borgo servono 150 milioni di euro, un vero miraggio! Per questo motivo dobbiamo salire di livello e guardare all’Europa e ai finanziamenti della programmazione che puntano tutto su ambiente ed inclusione sociale. Se l’accesso ai fondi europei è un obiettivo prioritario della nostra forza politica, dobbiamo dire a voce alta la verità: al momento, perché nessuno ci ha mai lavorato prima, non siamo dotati di strumenti progettuali e pianificatori adeguati a tale scopo. Lo faremo e con l’URPA.

A settembre, infine, rimane da “aggredire” la Variante di recupero: la Regione deve concludere i procedimenti in essere, mentre insieme con i progettisti incaricati si rende necessario licenziare i sistemi mancanti. Un lavoro grande, necessario, che onoreremo nonostante la scarsità di risorse e di personale.

Un bilancio positivo, quindi, di questi dodici mesi, confermato anche dai lavori in aula, e dal voto unanime sui principali provvedimenti. A riprova che se si lavora con serietà e competenza mettendo al centro l’interesse pubblico a prevalere è il buon senso e non la polemica politica.

Chiara Ruocco

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