Questa volta, a differenza degli articoli precedenti incentrati sulla ristrutturazione della casa, mi fa piacere condividere con voi una mia esperienza di lavoro e di vita. Dopo varie esperienze lavorative all’estero, come quella in Libia a Misurata ed in Egitto Al Cairo, il lavoro questa volta mi ha portato a Riyad, in Arabia Saudita.
La città è situata nel centro della penisola arabica su un grande altopiano, con una popolazione di 5.254.560 persone ed è il centro urbano ed economico di una regione con una popolazione di circa 7 milioni di persone. La forma di governo dell’Arabia Saudita è la monarchia assoluta; il nome ufficiale dello Stato è Regno di Arabia Saudita al-Mamlaka al-‘Arabiyya al-Su udiyya, ed è uno dei pochi paesi al mondo a non avere un parlamento.
La sfortuna ha voluto che arrivassi in questa città nel periodo estivo, dopo la Libia e l’Egitto credevo di essermi abituato al caldo e mi sbagliavo di grosso. A Riyadh di giorno si toccano i 50° con un tasso di umidità del 5%, la notte le temperature scendono raramente sotto i 30° nel centro della città, anche per via della grande edificazione e dei pochi spazi verdi, praticamente di notte gli edifici diventano dei termosifoni che rilasciano calore. La vita durante le ore diurne si svolge solamente indoor al fresco dell’aria condizionata, è raro trovare persone passeggiare lungo la strada, si rischia seriamente la salute. La notte invece la situazione diventa un pochino più movimentata, soprattutto nella fascia dalle 21 alle 23, ossia durante l’ora di cena, poiché principalmente i locali sono o legati alla ristorazione o allo shopping.
Qui la cultura musulmana detta legge nel vero senso della parola ossia la legge del corano coincide quasi completamente con la legge dello stato ed alla polizia armata tradizionale si affianca la polizia religiosa. Questa, il cui nome per esteso è “Comitato per l’imposizione della virtù e l’interdizione del vizio” è dotata di agenti noti come “Mutawwi’a”, il loro scopo è quello di vigilare sull’osservanza obbligatoria dei precetti della religione islamica e della legge religiosa (la sharia). Le sanzioni in caso di reato vanno dalla semplice sanzione pecuniaria fino alla reclusione, a parità di reato le sanzioni per le donne sono molto più rigide che per gli uomini.
Tornando alla città ed alla sua organizzazione urbanistica ed architettonica, questa è strutturata in modo molto lineare, stile cardo e decumano, ossia le strade sono organizzate con degli assi che vanno da nord a sud e da est a ovest, creando quartieri di forma quadrata molto regolari. L’architettura invece nella maggior parte dei casi è internazionale con largo uso di vetri per la realizzazione delle superfici verticali degli edifici, nei casi minori invece si fa grande uso di rivestimenti in pietra tipica locale di colore giallo ocra quasi a ricordare il colore della sabbia del deserto. A livello di architettura tipica locale l’edificio più rappresentativo è la Fortezza di Masmak situata nel quartiere Diyrah, costruita nel secolo scorso, è situata nel centro tradizionale di Riyadh, essa ha un valore emblematico per la formazione di una identità nazionale. La tecnologia costruttiva è molto povera, frutto anche delle risorse locali. I materiali principali che venivano utilizzati nelle costruzioni erano principalmente tre, la terra, il legno e le foglie di palma. La terra cruda era l’elemento pricipale con cui venivano realizzati i mattoni, di forma regolare, con i quali venivano erette le murature verticali, mentre i solai venivano realizzati con travature in legno di tamerici e foglie di palma impastate con terra ed acqua. Queste tecniche costruttive però davano vita ad edifici facilmente deteriorabili e soggetti a costanti manutenzioni, provocando nel tempo un ampio depauperamento del patrimonio architettonico. Per via di questa tecnologia costruttiva non sono rimasti, oltre alla Fortezza di Masmak, altri edifci storici degni di nota se non nuove costruzioni realizzate con tecnologie moderne che riprendono in parte gli stili architettonici storici. Unica eccezione che unisce cucina e architettura storica è il ristorante Al-Najdiyah Village, l’edifico è di nuova costruzione ma tutto è stato realizzato nel rispetto della tradizione sia a livello di materiali che di tecniche costuttive le quali rispettano fedelmente i materiali storici e le tecniche di posa in opera. Personalmente ritengo che sia uno dei pochi posti dove si possono apprezzare gli usi e costumi tradizionali della cucina locale, difatti all’interno sono presenti vasellame, pentole originali ed arredamenti tipici. Mentre sulle nuove architetture Riyadh è più un Workshop che una città, sono presenti cantieri ovunque, tutto è nuovo e tutto è moderno. Stanno realizzando contemporaneamente 6 linee metropolitane di cui una, la linea 3 la stanno facendo le italiane Salini-Impregilo.
Tornado alle grandi architetture io mi sento di sottolineare tre grandi opere architettoniche che rispetto alle altre spiccano per forme, materiali e tecniche costruttive. La prima è Al Faisaliah Tower, questo edificio si sviluppa su 44 piani per un’altezza complessiva di 267 mt, realizzata nel 2000, il progetto è di Foster and Partners, la torre al suo interno accoglie un centro commerciale, un hotel e degli uffici. La forma si ispira ad una penna a sfera, e proprio nella sfera “d’oro” posta in cima all’edificio è stato realizzato un ristorante a “360 gradi”, ossia la sfera ruota su se stessa, offrendo agli ospiti del ristorante una vista panoramica completa della città.
La seconda è il Kingdom Centre realizzato nel 2002 e posto sulla strada principale di Riyadh, King Fahad Road, questo edificio ha un fratello a Shangai, molto simile ma più squadrato realizzato nel 2008. È un grattacielo di 65 piani alto 302 mt ed è di proprietà di al-Walid bin Talal Abd al-‘Aziz Al Sa’ud, principe della famiglia reale saudita. Nel 2002 ha vinto il prestigioso premio Emporis Skyscarper Award come “miglior grattacielo al mondo per il design”. Nelle ore notturne la cornice dell’incavo a forma triangolare, che poi è l’elemento caratterizzante di tutto l’edificio, si illumina cambiando colore a ciclo continuo. Al piano terra il grattacielo forma delle ali laterali che ospitano da un lato un centro commericiale e dall’altro il Four Seasons Hotel Riyadh. Nei piani superiori sono presenti degli appartamenti e degli uffici della Kingdom Holding Company, società da cui prende il nome.
La terza, è quella a mio giudizio più interessante, la King Fahd National Library, realizzata nel 2013 è uno dei più importanti edifici culturali di Riyadh, progettata dallo studio Gerber Architekten. L’intervento si colloca tra King Fadh Road e Olaya Street. La struttura è organizzata con un grande volume squadrato che avvolge la struttura esistente, celando la pianta cruciforme posta al suo interno, dove accoglie l’archivio nazionale, un centro culturale e la biblioteca. La cosa più interessante che rende particolare l’edifcio è il sistema di facciata ombreggiante che è stata utilizzata. È composta da una struttura tridimensionale metallica che tiene dei moduli romboidali in tela bianca, che creano un pattern di membrane tessili in grado di evocare, tramite il brise-soleil, i sistemi di ombreggiamento tipici della tradizione architettonica araba, mostrando e celando l’interno al tempo stesso e creando di notte quell’effetto di luce che è valso all’edificio l’appellativo di “Lanterna di Riyadh”. Dietro l’aspetto estetico però, la facciata svolge la funzione di schermatura, lasciando passare soltanto il 7% dei raggi solari garantendo comunque permeabilità visiva. Il tutto è integrato con un impianto di raffrescamento a pavimento che garantisce un confort termico elevato e consumi ridotti.
Quello che posso dire di Riyadh è che architettonicamente è di grande interesse e personalemnte gli ho dato una duplice lettura, dal punto di vista delle attrazioni e del divertimento, ad eslusione dei centri commerciali, non offre moltissimo. Se posso definirla in poche parole, direi che Riyahd è un grande “Business Center” posto nel centro della penisola arabica. Dal punto di vista lavorativo offre grandi occasioni, e ti può permettere di fare esperienze lavorative che in Italia è difficile immaginare. Posso dire che se si ha un po’ di spirito di sacrificio e non si soffre molto il caldo può essere un buon trampolino di lancio a livello lavorativo, in pochi anni di lavoro si possono fare esperienze che in altri posti si fanno forse in dieci anni.