Dopo aver posto l’attenzione sugli aspetti economici legati alla detrazione fiscale attualmente in vigore, in questo secondo articolo porrò l’attenzione sull’organizzazione dei lavori sia dal punto di vista economico che organizzativo.
Come prima cosa è importante fissare un budget e una “contingency” ossia un extra budget per gli imprevisti che di solito non dovrebbe superare il 10/15% del budget, la seconda cosa è fissare gli interventi che si intendono eseguire, dividendoli in due categorie principale e secondari.
So che può sembrare un controsenso il fatto di fissare un budget prima dei lavori ma quello che si può realizzare è funzione di quello che si può spendere e non viceversa. Ora occorre fare una distinzione su come il committente vuole organizzare il lavoro, difatti nel caso in cui il privato intenda fare i lavori in economia, facendo gli interventi in manutenzione ordinaria e senza avvalersi della collaborazione di un architetto, deve focalizzare bene la tipologia di interventi che vuole realizzare e farsi supportare da una ditta edile di fiducia.
E’ importante, soprattutto in questo caso dove non c’è un tecnico a supportare il committente, scegliere con largo anticipo i materiali impiantistici che si vogliono acquistare come ad esempio i sanitari, il piatto doccia e anche i pavimenti, in modo da dare continuità di lavoro alla ditta e non dover sospendere momentaneamente i lavori, poiché alcuni materiali tra cui quelli prima citati sono necessari sin dalle prime fasi lavorative in quanto funzionali all’impostazione della parte impiantistica.
I materiali, se la ditta è di fiducia, può acquistarli lei direttamente per conto del cliente, questo per far si che il privato possa usufruire di un risparmio dell’IVA del 12% (esempio, i pavimenti o altri materiali vengono pagati dal privato con l’IVA al 22%, la ditta invece usufruisce dell’IVA al 10%, in oltre questi materiali non possono essere portati in detrazione fiscale da parte del privato, quindi quest’ultimo avrebbe un risparmio del 12% sull’IVA ). Nel caso di interventi di manutenzione straordinaria è importante che il privato coinvolga l’architetto sin dalle prime decisioni in modo da avere consigli utili su come organizzare la ristrutturazione.
Un piccolo consiglio, a prescindere da cosa si intenda ristrutturare ponete la massima attenzione sulla parte impiantistica, elettrica, idraulica e termo idraulica poiché queste lavorazioni essendo tutte sotto traccia in caso di imprevisti risultano quelle economicamente più impegnative da sistemare, quindi in caso di ristrutturazione verificate attentamente la loro efficienza.
Una volta redatti i progetti preliminari da parte dell’architetto e fatte le dovute considerazioni con il committente, meglio fare più di qualche preliminare in modo da vagliare le possibili soluzioni architettoniche, l’architetto redigerà il progetto definitivo. Questo progetto sarà quello che verrà depositato in comune con tutta la documentazione a corredo e sarà anche il progetto che verrà utilizzato come base per redigere il capitolato di appalto.
Questo documento è di fondamentale importanza perché rappresenta l’abaco dei lavori che verranno eseguiti con indicate le quantità e le tipologie di lavorazioni, nel capitolato è uso inserire tutti i lavori che si vogliono e che si vorrebbero fare in modo da avere i prezzi delle lavorazioni codificati ed a misura, a misura si intende che se nel capitolato sono contabilizzati 100 mq di intonaci e nella realtà se ne realizzano 90 mq il committente pagherà l’effettivo realizzato ossia 90 mq, ovviamente tale verifica sulle effettive lavorazioni realizzate rientra nei compiti dell’architetto.
Tornando al capitolato, una volta redatto e dato alle varie imprese si sceglierà la ditta con la documentazione contributiva in regola (DURC in corso di validità) e che più “convincerà” il committente e il tecnico , questo iter è importante perché si può scegliere la migliore offerta mettendo tutte le imprese nelle medesime condizioni e dando a tutte le stesse informazioni.
Presentata la SCIA al comune e fatte le comunicazioni all’ASL ed all’ispettorato del lavoro, quest’ultime non sono sempre necessarie ma solo quando nel cantiere è prevista la presenza, anche non contemporanea, di più imprese esecutrici, i lavoratori autonomi non rappresentano un impresa, esempio il singolo elettricista privo di operai nella su azienda non rappresenta un’impresa.
Ho posto l’attenzione su questo aspetto della sicurezza poiché in caso di infortunio sul cantiere “se lo stesso committente ha omesso di designare il coordinatore per la progettazione, il coordinatore per l’esecuzione in un cantiere con più imprese, e di verificare l’idoneità tecnico – professionale delle imprese esecutrici e dei lavoratori autonomi in relazione ai lavori affidati il committente è co-responsabile” come recita la sentenza n. 47370 del 19 dicembre 2008 da parte della quarta sezione penale della Cassazione. Espletate e verificate le pratiche burocratiche necessarie all’avvio dei lavori finalmente si può iniziare il cantiere.
AVS Studio
Indirizzo: Via Nettunense, 86a 00040 Campoleone
Telefono: 392 307 4404
Sito web: www.alessandroviglietti.it