con conseguente accumulo del beta-amiloide
Maurizio Bruera
Fino a oggi non ci è ancora noto quale sia la causa dell’Alzheimer. Molti scienziati hanno provato a comprendere il meccanismo di questa malattia che colpisce ogni anno un grande numero di anziani. Di recente, però, uno studio pubblicato su Pnas ha stabilito che sarebbe l’accumulo di rame nell’organismo a provocarlo. Questa sostanza, assunta principalmente attraverso l’acqua e gli alimenti, si accumulerebbe all’interno dei vasi sanguigni del cervello, impedendo la rimozione delle placche di beta amiloide.
È noto che una produzione e, dunque, un accumulo anomalo di beta-amiloide è tra le cause di diverse malattie neurodegenerative. Il rame è presente nel cibo – avvertono i ricercatori –, può trovarsi nell’acqua potabile, negli integratori alimentari e in alcuni prodotti come la carne rossa, i crostacei, le noci e in molta frutta e verdura. È un metallo che svolge un ruolo importante e benefico nella conduzione nervosa, nella crescita delle ossa e nella formazione del tessuto connettivo. Tuttavia, può accumularsi nel cervello e causare la rottura della barriera ematoencefalica (il sistema che controlla cosa entra ed esce dal cervello), con conseguente accumulo nocivo del beta-amiloide. Ecco perché, suggerisce la ricerca, è necessario trovare un equilibrio tra il troppo e il poco consumo di rame. Per giungere a questa conclusione i ricercatori della University of Rochester Medical Center hanno condotto degli esperimenti sui topi che hanno portato all’evidenza che sia proprio il rame a causare lo sgretolamento della barriera ematoencefalica e il conseguente accumulo della proteina tossica nei vasi sanguigni del cervello. A essere sotto accusa non è il metallo presente negli alimenti, utile per tante funzioni del nostro organismo, ma il rame con cui sono costruite le tubature, in particolare quelle che portano acqua nei rubinetti delle case.