Colpo della strega? La befana non c’entra…
La causa scatenante è da ricercarsi nella “debolezza” dei muscoli paravertebrali
Il colpo della strega è un episodio di lombalgia acuta che si manifesta con un dolore intenso improvviso, tipo pugnalata, nella zona bassa della schiena. Immediatamente la muscolatura si irrigidisce e la persona colpita resta in una posizione cosiddetta antalgica con il busto piegato in avanti; i movimenti del corpo divengono difficoltosi ed è difficile trovare una posizione che dia sollievo dal dolore. Le persone raccontano che il colpo della strega è avvenuto nel lavarsi il viso, ad uno starnuto, nel vestirsi o nel raccogliere un fazzoletto dal pavimento. Tali movimenti banali trovano dei muscoli irrigiditi per sforzi fisici compiuti il giorno prima, o per rigidità presenti già da settimane o mesi che favoriscono improvvise contratture muscolari coinvolgendo le articolazioni lombosacrali.
La causa scatenante, precisa il Dott. Manni, è da ricercarsi nella “debolezza” dei muscoli paravertebrali della vittima, e non come si pensa nell’immediato alla presenza di un’ernia del disco vertebrale. Quest’ultima può invece, se è già presente, essere “stimolata” e peggiorare il quadro sintomatologico, data anche la postura antalgica, per esempio andando a scatenare una sciatica che aumenta i giorni di degenza. La cura del colpo della strega almeno nelle prime 12-48 ore, secondo i casi, consiste nel riposo assoluto e nell’utilizzo di analgesici e antinfiammatori non steroidei.
L’alleggerimento dai dolori avviene in genere nell’arco di 3-4 giorni ma può prolungarsi a più di una settimana e dipende da vari fattori: l’età della persona, e quindi problematiche concomitanti di artrosi vertebrale, presenza di discopatie vertebrali, protrusioni o ernie del disco. Tra le cure possibili, il trattamento osteopatico è utile per ridurre i tempi di guarigione. Non parliamo di massaggi, ma di manipolazioni e mobilizzazioni articolari della colonna vertebrale. In fase acuta, è infatti possibile intervenire con l’osteopatia; anche se la zona lombare è fortemente dolente e non è possibile trattarla direttamente, si agirà sulle zone rigide cervicali, dorsali, compreso il diaframma toracico, mobilizzando inoltre la muscolatura del bacino e degli arti inferiori; tutte aree, queste appena descritte, che trovano correlazioni anatomiche con la lombare e che, se anch’esse rigide, manterranno la situazione di lombalgia acuta. In genere, occorrono 2-3 sedute per ripristinare lo stato di benessere fisico, ribadisce il Dott. Manni, e il trattamento osteopatico gioverà proprio a quelle persone che si bloccano più volte durante l’anno.