Ricca di sali minerali, di vitamine e di grassi che combattono l’accumulo di colesterolo, è un alimento ideale per la colazione e per gli spuntini e come fonte di energia di pronto utilizzo
Molta energia, tanti minerali e niente colesterolo: ecco le principali qualità della frutta secca, che la rendono un alimento naturale davvero completo il cui consumo può avere sulla nostra salute importanti effetti positivi e di prevenzione di molte patologie.
Nonostante si trovi in commercio tutto l’anno, il consumo di frutta secca raggiunge il picco massimo soprattutto in quel ristretto periodo dell’anno che va da fine novembre a gennaio, specialmente durante le feste di Natale e Capodanno.
Questa usanza, probabilmente, deriva dal fatto che fino a non molto tempo fa era considerata un bene di lusso da concedersi solo in occasioni particolari, anche perché era più difficile trovarla in commercio. Adesso che se ne conoscono la proprietà nutritive, gli esperti di alimentazione ne consigliano il consumo in tutte le stagioni. Ricca di sali minerali, di vitamine e di grassi che combattono l’accumulo di colesterolo, è un alimento ideale per la colazione e per gli spuntini e come fonte di energia di pronto utilizzo. Bisogna però imparare a mangiarla: l’abitudine di sgranocchiarla dopo i pasti non è propriamente corretta perché, data la sua ricchezza in sostanze nutritive, appesantisce la digestione dando un surplus di calorie.
Grazie al suo contenuto di proprietà benefiche, la frutta secca rappresenta un alimento di prim’ordine. Se ne dovrebbe mangiare almeno qualche manciata tutti i giorni. Secondo Luigi Canciani, responsabile del settore prevenzione della Società Italiana di Medicina generale, consumare una porzione di frutta secca (30-35 grammi), come noci, nocciole o mandorle per almeno 5 volte a settimana può far diminuire il rischio di problemi cardiaci del 35 fino al 53%.
E’ necessario fare una distinzione tra la frutta secca a guscio, che comprende le noci, le nocciole, le mandorle, i pinoli, le arachidi e i pistacchi, e quella polposa disidratata tra cui i fichi, le prugne, le albicocche, l’uva passa e i datteri. Caratteristica comune a entrambi i tipi è quella di essere poveri d’acqua.
La frutta secca a guscio viene anche definita frutta oleosa in virtù del suo alto contenuto in grassi che si trovano, però, sotto forma di acidi grassi insaturi e polinsaturi. Svolgono cioè un’azione benefica nel contrastare le cosiddette malattie del benessere, contribuendo ad abbassare i livelli di colesterolo nel sangue e riducendo il rischio di aterosclerosi e di cardiopatie. E’ molto ricca di vitamina B ed E, di cui sono note le proprietà antiossidanti, ed è ricchissima di sali minerali come potassio, rame, fosforo, ferro e calcio.
Le noci, per esempio, sono una delle rare fonti di acido alfa linolenico, un acido grasso essenziale (appartenente alla famiglia degli omega 3) che si dovrebbe necessariamente assumere. E’ anche una buona fonte di omega-3 e omega-6. Si pensi che in una porzione di noci ci sono gli stessi omega-3 presenti in un’orata di 300g, tanto che un pool di scienziati della Loma Linda University (USA), analizzando le abitudini di più di 34.000 volontari ha evidenziato che le persone che mangiano noci 5 volte la settimana vivono circa 3 anni in più rispetto a chi non le assume, proprio grazie agli omega-6. I pistacchi, invece, traboccano di fitosteroli, molecole vegetali che riducono il colesterolo cattivo. Infatti sono tra la frutta secca più ricca di antiossidanti.
La frutta secca polposa, invece, ha un bassissimo contenuto di grassi, e un’ alto contenuto di zuccheri e di fibre: si può dire che possiede i costituenti della frutta fresca in versione concentrata. Tra questa, i datteri sono una buona fonte di magnesio e potassio, quindi utili per regolare la pressione, sono molto digeribili e hanno proprietà calmanti. Inoltre lo sciroppo di dattero, che si ottiene bollendo i frutti è utile come rimedio a raffreddore e tosse. Attenzione però: non tutti possono godere delle proprietà della frutta secca, chi soffre di problemi renali, chi segue regimi dietetici ipocalorici e i diabetici devono astenere dal consumarla.
Artiolo di Maria Adamo