Come molti credono, la depressione invernale non è poi così comune. Un recente studio pubblicato online sulla rivista Journal of Affective Disorders sembra evidenziare che le condizioni metereologiche non influenzerebbero la sintomatologia depressiva, anche se ciò non toglie che nulla disconferma l’esistenza della SAD (Disturbo Affettivo Stagionale). Ciò che lo studio intende piuttosto evidenziare è la sopravvalutazione che si fa della correlazione tra maltempo e depressione, che non è così diretta come può sembrare.
Kerr, autore dello studio in questione, evidenzia come spesso, ai soggetti che presentano SAD, venga richiesto di indagare sugli stati emotivi precedenti al manifestarsi del disturbo e come questi ricordino episodi depressivi del passato che nulla hanno a che fare con l’autunno e l’inverno. Probabilmente è la percezione stessa dell’inverno a incidere con lo sviluppo di uno stato di generale malessere: siamo tutti consapevoli di come questa stagione ci porti a restare più tempo chiusi i casa, ci renda meno attivi, ci offra minori possibilità di evasione e svago. Tuttavia, il disturbo dell’umore che con tale stagione andrebbe a manifestarsi, secondo gli esperti non presenterebbe le stesse caratteristiche cliniche della depressione. Ciò che nella SAD appare è certo un tono dell’umore più basso legato ad apatia e ipersonnia oltre che ansia e irritabilità, sintomi che tenderebbero a un peggioramento nelle ore serali e a un decremento con l’avvicinarsi della bella stagione. Da non confondere con la SAD è la “Sindrome Anergica Stagionale”, in cui abbiamo un aumento di sonno, difficoltà nel risveglio mattutino, mancanza di interessi e compulsione ad assumere cibi ricchi di carboidrati. In questo caso l’umore non si presenta come depresso, ma comunque tale da richiedere un intervento specialistico. Intanto, consigliano gli esperti, e la ricerca dà loro ragione, è bene che, coloro i quali avvertano una sintomatologia depressiva in atto, aumentino l’assunzione di Omega-3, categoria di acidi grassi essenziali presenti soprattutto in pesce, semi di lino, olio di colza e kiwi. Uno studio su 400 soggetti di sesso maschile e femminile ha infatti evidenziato che, nei soggetti resistenti agli antidepressivi, l’assunzione di Omega-3 diminuiva la presenza di sintomi depressivi con un’efficacia pari a quella di uno psicofarmaco. Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Nutrition.
Dott.ssa Daniela Saurini