L’ape: il segugio del tumore

Un metodo naturale per la diagnosi della patologia

Le api sono insetti formidabili. Il loro processo di impollinazione dei fiori rende il nostro pianeta più magico e colorato; provate a pensare a un mondo senza api. Forse conviene salvarle. Non finisce qui, perché la scienza ha scoperto che le api da miele sono dotate di un olfatto “micidiale”, grazie al quale possono sentire molto più di un cane, tanto da percepire parti infinitesimali di odori nell’aria, come i feromoni o le malattie. A tal proposito, anche quest’anno ha avuto luogo ad Eindhoven il Dutch Design Week, un evento che promuove nuove idee e progetti scientifici. L’invenzione che ha catturato l’attenzione del pubblico è di Susana Soares e consiste in un’ampolla di vetro contenente un gruppo di api addestrate a riconoscere odori specifici. L’ampolla è stata studiata in modo che chi soffia aria al suo interno possa avere una rapida e sicura diagnosi medica. Le api, in particolare, possono essere addestrare a riconoscere il cancro.

In questo senso le api sono state addestrate con un sistema semplicissimo: basta far sentire questo odore a un gruppo di api da miele e successivamente “premiarle” con acqua e zucchero. In breve tempo collegheranno odore-ricompensa (Riflesso di Pavlov) e saranno portate ad assumere nuovi atteggiamenti riconoscibili davanti a certi odori e non lo dimenticheranno più per il resto della vita, che per le api è di 6 settimana in media. Una scoperta del genere potrebbe aiutare molto il campo della medicina e in particolare delle diagnosi, tanto che i rischi di abuso sono alti e la voce di alcuni ambientalisti non ha tardato a farsi sentire. Viene recriminato il fatto che le api sono a rischio sfruttamento, proprio come già avviene per gli allevamenti per la produzione di miele. Gli scienziati sostengono, invece, che le api vengono rilasciate nel loro habitat naturale alla fine di ogni intervento medico e che svolgono questa loro funzione di spie del cancro in tutta tranquillità e spontaneamente.

Fabio Benedetti

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