Chi passa troppo a pianificare corre il rischio di superare una soglia di non ritorno
Qualche anno fa ho lavorato insieme a una persona con una maniacale propensione alla pianificazione; non che pianificare sia sbagliato, anzi, ma come in ogni sfera della vita è l’equilibrio l’arma segreta del successo!
Ogni volta che c’era un nuovo progetto, prendeva carta e penna e iniziava a scrivere e fin qui, come direbbe un mio caro amico, “merita un applauso!”.
Dopo una prima fase preparatoria chiedeva una riunione, e anche qui: “applauso!”.
Col mio team l’abbiamo assecondato perché è giusto mettere su carta ciò che poi andrà creato, ma dopo la prima riunione chiedeva la seconda, e poi la terza, e ancora riunioni.
A un certo punto gli abbiamo suggerito di passare alla fase successiva, ossia quella dell’azione! Ma niente, lui continuava a invocare “punti di situazione”, riunioni, studi, approfondimenti, in modo che l’esecuzione venisse fatta in modo perfetto!
Non conoscendo bene questa persona, inizialmente gli ho dato retta, ma dopo qualche settimana ho capito che aveva contratto una strana “malattia”, la cosiddetta “paralisi da analisi!”.
Inutile dirlo: è ancora lì alla ricerca della perfezione che non troverà MAI!
Negli anni ne ho incontrate tante di persone così, persone preparate, spesso con un background culturale di spessore ma prive di quell’ingrediente necessario alla realizzazione di qualsiasi progetto: l’azione massiccia!
Per ragioni legate all’attività di trainer, ogni anno frequento corsi di aggiornamento sul tema dello sviluppo personale e professionale con i migliori formatori mondiali, e in tali sedi incontro persone che conosco da anni e insieme condividiamo i risultati raggiunti.
Spesso, la cosa che mi lascia incredulo, è la scoperta che un numero significativo di persone è allo stesso punto dell’anno precedente, e non parlo dei meno bravi, mi riferisco ai “fenomeni”, che però, guarda caso, dicono: prima di… devo perfezionare questa o quella cosa.
Non bisogna essere degli psicologi per capire che il motivo principale dell’eccessiva pianificazione è la paura, sì: paura di sbagliare!
Ralph Waldo Emerson, il grande filosofo americano, ha scritto un’ovvietà per nulla banale: “Fa ciò che ti fa paura e la fine della paura è assicurata.” La mia esperienza conferma ciò!
Chi passa troppo a pianificare corre il rischio di superare una soglia di non ritorno: quella in cui la ricerca della perfezione teorica diventa l’unico obiettivo!
La mia vita mi ha insegnato che dopo una giusta e indispensabile pianificazione è necessaria una massiccia dose di azione, questa è l’unica strada per ottenere ciò che vogliamo dalla vita, perché ciò che si frappone tra noi e i nostri sogni siamo noi stessi!
Caro amico, gentile amica, se desideri ottenere risultati misurabili nel campo del “visibile”, dopo aver pianificato parti a razzo con un’azione massiccia nella giusta direzione e i tuoi sogni si avvereranno!
Articolo di Gianluca Bellofatto