L’artiglio del diavolo è la pianta utilizzata da secoli nella medicina tradizionale sudafricana per la cura di alcune tipologie di infiammazioni.
Il suo nome scientifico è Harpagophytum procumbens ed è indicata come analgesico e antinfiammatorio. In particolar modo è efficace nei casi di mal di testa e mal di schiena e, più in generale, per le infiammazioni osteoarticolari. Può essere utile e può portare sollievo in tutti gli stati infiammatori che causano dolori: determinati da patologie alla cervicale, tendiniti, artriti e contusioni.
Anche se non viene elencato tra i suoi effetti, alcune donne hanno tratto giovamento da questa pianta per l’affievolimento dei dolori mestruali.
La curiosa nomenclatura deriva dagli uncini di cui è ricoperta: calpestarli a piedi nudi vi farà saltare come indemoniati.
Attenzione, però, alle controindicazioni. L’artiglio del diavolo è poco compatibile con i problemi di gastrite. I suoi princìpi amari stimolano la secrezione di bile e succhi gastrici, aggravando le patologie legate al tratto intestinale. È sconsigliata ai diabetici, poiché possiede un effetto ipoglicemizzante, e interagisce con gli anticoagulanti, alterandone l’efficacia.
Le donne incinta dovrebbero evitare di curare i sintomi del dolore con l’artiglio del diavolo perché i suoi princìpi attivi stimolano le contrazioni uterine.
Dunque, pur rientrando nella classificazione della medicina naturale, deve essere assunta sotto consiglio del medico.
Silvia Petrianni