La sclerosi multipla, malattia neurodegenerativa che colpisce tra i 2 e i 150 giovani adulti ogni 100.000 abitanti (con un’incidenza femminile che supera del doppio quella degli uomini), oggi spaventa meno gli scienziati in quanto risultano più chiari i motivi della sua insorgenza.
Grazie ad uno studio interamente italiano si è capito che la sinergia tra due particolari virus all’interno del nostro organismo darebbe origine alla sclerosi multipla. Questa ipotesi è stata indotta dall’osservazione di sette giovani pazienti con un alto tasso di virus EBV, il virus che causa una malattia molto contagiosa, trasmissibile attraverso la saliva, chiamata mononucleosi infettiva o malattia del bacio. Un’ulteriore analisi del sangue di questi pazienti ha rivelato una massiccia attivazione del retrovirus endogeno HERV-W/MSRV, che secondo gli scienziati fungerebbe da vero e proprio innesco della sclerosi multipla.
Il risultato della ricerca – pubblicato sulla rivista scientifica Plos One – mostra l’anello mancante nell’eziologia della malattia che spiega il legame fra il virus EBV della mononucleosi ed il virus HERV-W/MSRV, già sospettato da tempo dagli studiosi.
Il merito della scoperta proviene dalla Sardegna, un fattore niente affatto casuale se si pensa che questa regione è la zona più colpita al mondo dalla sclerosi multipla, con ben 250 malati ogni 100.000 abitanti, contro i 40-70 ogni 100.000 abitanti del resto del nostro paese. A dirigere il team di ricerca, la dottoressa Antonina Dolei, docente di Virologia del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Sassari, in collaborazione con l’équipe di Malattie Infettive e del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale.
Seppure fosse ben noto il meccanismo con cui la sclerosi multipla si manifesta, finora la comunità scientifica non ne aveva mai chiarito la causa scatenante. Gli scienziati, infatti, non si sono mai accordati nell’imputare a fattori genetici, infettivi o ambientali la causa della risposta immunitaria che l’organismo affetto da sclerosi multipla attiva contro il proprio sistema nervoso centrale, provocando danni molto gravi nel paziente, finanche la completa disabilità fisica e cognitiva. Questa nuova scoperta, oggi, fa finalmente sperare nella possibilità di intervenire prima che la malattia si sviluppi, con la messa a punto di una specifica terapia preventiva. Le parole della dottoressa Dolei mostrano come questa importantissima scoperta apra “una finestra temporale prima dell’insorgenza della malattia, in cui poter studiare interventi contro la sclerosi multipla”.
Stefania Cocco