IL DIBATTITO INTORNO ALLA REALE EFFICACIA DEL PRODOTTO E SULLA SUA ATOSSICITÀ
È nata una nuova moda: la e – cig, sigaretta elettronica. Ogni settimana, in tutta Italia, proprio come funghi, nascono circa 20 negozi in franchising dedicati alla vendita di questo prodotto.
Tendenzialmente gli “svapati” – così vengono chiamati i fumatori di sigaretta elettronica, perché fumandola si produce vapore e non fumo – hanno l’obiettivo di smettere di fumare, riducendo, nel frattempo, il rischio per la salute che si corre con le sigarette tout court.
La e – cig è uno strumento dotato di batteria ricaricabile. Il vapore inalato è prodotto dal riscaldamento di una soluzione composta da glicole propilenico, glicerolo, acqua e, a scelta del consumatore, da diverse percentuali di nicotina.
Il dibattito che si è scatenato nell’ultimo periodo riguarda la reale efficacia di questo apparecchio sull’annullamento della dipendenza dal fumo e del rischio di tumore.
L’Istituto Superiore di Sanità avverte che l’atossicità delle sigarette elettroniche ancora non è stata dimostrata e, in effetti, le stesse aziende che lo immettono sul mercato non lo etichettano come prodotto farmaceutico; mentre molti medici di base ne sconsigliano l’utilizzo. Dunque, se vogliamo sintetizzare, è stata introdotta sul mercato esclusivamente come prodotto di consumo.
C’è anche chi ipotizza che la polemica della comunità scientifica sia influenzata dagli interessi dello Stato, che detiene il monopolio sulla vendita del tabacco, e delle multinazionali produttrici.
Insomma, se molte persone hanno pensato che con la sigaretta elettronica si possa facilmente smettere di fumare, senza “impazzire” e senza nessun danno per la salute, dovranno, invece, tener conto del fatto che le proprietà miracolose del prodotto non sono ancora state dimostrate in nessun modo; anche se se è appurato che l’atossicità della sigaretta elettronica è comunque inferiore a quella della classica, in quanto non contiene catrame e antiossidanti.
Navigando tra i siti delle varie marche di sigarette elettroniche troverete spesso l’affermazione secondo cui “La sigaretta elettronica può essere considerata una sana alternativa al fumo di tabacco, poiché i componenti cancerogeni presenti nel fumo tradizionale sono assenti. Infatti non emette fumo derivante dalla combustione annullando così il rischio di malattie respiratorie, cancro e altro”, mentre in un’altra pagina degli stessi siti, si avverte che “L’efficacia e la sicurezza di questi dispositivi per smettere e/o ridurre la dipendenza dal fumo, non sono mai stati effettuati”.
Attorno alla e – cig, termine internazionale per indicare la sigaretta elettronica, si sta sviluppando un mercato molto importante, soprattutto in un momento di crisi come quello che stiamo attraversando. In Italia si parla di un giro di affari di 100 milioni di euro. Negli Usa, le multinazionali del tabacco stanno spostando i propri investimenti dalla sigaretta classica all’e – cig.
Il dispositivo elettronico arriva dalla Cina ma per quanto riguarda i liquidi, la maggior parte sono made in Italy. Un esempio sono quelli prodotti dalla Dea di Trento e dalla Biofumo, che mette sul mercato un manufatto totalmente biologico.
Alcuni pneumologi hanno condotto esperimenti su fumatori tout court e su coloro che inalano la miscela di acqua e nicotina. I risultati indicano che non c’è alcuna differenza nella resistenza che i bronchi oppongono al passaggio dell’aria.
La questione è realmente controversa. Il nostro consiglio è di informarvi bene prima di fare una scelta.
Articolo di Silvia Petrianni