Stefania Saralli
Sentirsi in trappola, senza via di fuga: è questo lo schema alla radice di un certo “tipo” di attacchi di panico. Non importa quale sia la situazione specifica: disoccupazione in età matura, matrimonio in crisi, un mare di debiti o altro, quel che conta è la sensazione che sta alla base: una claustrofobia esistenziale, simile a quella per i luoghi chiusi e affollati in cui non si vede l’uscita. Il disturbo da attacco di panico si manifesta con episodi molto intensi di ansia, della durata di 15-30 minuti di estrema apprensione e forte disagio. Gli attacchi di panico vengono vissuti come assalti improvvisi e imprevedibili di angoscia e terrore, senza che esista alcuna motivazione apparente.
Irrompono quasi sempre nelle più comuni situazioni della vita quotidiana e questo li rende ulteriormente spaventosi, poiché chi ne soffre non riesce a identificare alcuna situazione “esterna” che li inneschi. Gli attacchi di panico sono l’espressione di uno stato di allerta estremo, come nell’imminenza di una catastrofe e l’esplosione di un’energia che, bloccata nella mancanza di soluzioni, irrompe in tutte le direzioni. Credersi “pazzi” è l’errore più grande che si possa commettere. Non si deve confondere l’esplosione improvvisa con una stranezza psichiatrica. Sembra che il panico voglia “uccidere”, ma in realtà è una salvezza. Occorre cominciare perciò subito a legittimarlo, respingendo al mittente le critiche colpevolizzanti. L’attacco di panico può essere gestito: quando si viene travolti da una paura inspiegabile, l’unica soluzione è allontanarsi dallo spazio in cui la crisi si è scatenata e raggiungerne un altro più areato, comodo e tranquillo, e respirare liberamente aspettando che il battito cardiaco torni alla normalità. Che le crisi siano più o meno gravi e più o meno frequenti, ciò che è più consigliato – e che secondo le statistiche porta a risolvere il problema – è un percorso psicoterapeutico di tipo cognitivo-comportamentale. Tra le varie sostanze naturali con potere curativo vi segnaliamo il fiore d’iperico. I flavonoidi dell’iperico agiscono sul cervello, inibendo la produzione di dopamina e noradrenalina, gli ormoni che determinano la depressione, e favoriscono la produzione di serotonina e melatonina, le quali agiscono rispettivamente come generatore di buon umore e regolatore del ritmo sonno-veglia. L’iperico è commercializzato in due modi: la tintura madre, di cui si possono assumere 50 gocce sciolte in un bicchiere d’acqua per due o tre volte al giorno e per un periodo di almeno due mesi; e l’integratore alimentare in capsule (500-800 mg al mattino).