Triphala, i frutti del benessere

Per un corpo giovane e vitale

ecco un composto speciale ricavato da tre piante indiane

Stefania Saralli

Sognate benessere, longevità e riduzione del grasso corporeo? Ancora una volta, la natura ci dà una soluzione: basta miscelare tre frutti di piante indiane e ottenere la Triphala, un composto miracoloso di cui dall’antica India sino a oggi si conoscono i benefici. Etimologicamente la parola Triphala significa proprio “i tre frutti”, perché la miscela è derivata dall’unione di piante diverse: l’Emblica officinalis – Amla o Amalaki – dalle virtù energizzanti, la Terminalia Chebula – Haritaki – che agisce positivamente sulle funzioni intestinali e la Terminalia Bellerica – Bibhitaki – che aiuta a eliminare le tossine in eccesso.

Il composto fonde tre Dosha – forze primarie – presenti in ogni essere umano, ma soggetti a squilibri: il Vata, riferito in genere al sistema nervoso, il Pitta, strettamente collegato al metabolismo e il Kapha, connesso alla struttura e al sostegno. Il Triphala riesce a riequilibrare tutti e tre i Dosha e a curare così disturbi di varia natura. Inoltre, questo composto è un potente elisir di bellezza: grazie a un grande contenuto di vitamina C, infatti, riesce a regalare nutrimento ed energia rinnovata alle cellule del nostro corpo, operando come un sofisticato prodotto anti invecchiamento. Nel dettaglio, all’Amla, chiamata anche uva spina indiana, viene attribuita la proprietà di un potente antiossidante, poiché ha un alto contenuto di vitamina C naturale. Il suo uso è generalmente indicato per proteggere il tratto intestinale dai radicali liberi e dallo stress ossidativo. Inoltre, sembra che aumenti il numero di globuli rossi nel sangue, riducendo l’eventuale ostruzione delle arterie. Invece, l’Haritaki è considerata la pianta sacra del dio Shiva e sembra abbia spiccate proprietà lassative e depurative. È utilizzata, infatti, per pulire gli organi dalle tossine e per inibire la crescita di batteri benefici produttori di acido lattico. Tra tutti e tre gli elementi presenti nella Triphala, pare che l’Haritaki sia l’antiossidante più potente. Inoltre, sembra che abbia la capacità di stabilizzare la pressione sanguigna. Infine, c’è il Bibhitaki. Sembra che questo particolare frutto inibisca la formazione di calcoli, migliori la vista e aiuti a prevenire l’accumulo di grasso sia a livello epatico che di cuore. Non solo, proteggerebbe il tratto gastrointestinale da microbi nocivi e tossine, inibendo la crescita di ceppi di Salmonella. Queste erbe si stanno diffondendo in Occidente grazie alla medicina ayurvedica: è possibile così ordinarle su richiesta presso le farmacie specializzate, assumendolo in capsule o in polvere. Mantenersi giovani, energici e in salute non sarà che frutto di una ricetta millenaria.

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