Un eremo per i coniugi in crisi

A Caresto la comunità di religiosi si occupa

delle coppie che hanno perso il dialogo

Si può decidere di risolvere una crisi matrimoniale con un ritiro spirituale. Così la pensa la comunità di religiosi di Caresto che hanno riservato l’eremo della cittadina alle coppie in crisi. L’eremo è costituito da una casa in pietra, adagiata sul colle marchigiano su cui sorge il paesino. La comunità di religiosi e volontari, coordinata da don Piero Pasquini, accoglie coniugi fidanzati e sposati ogni fine settimana per cercare di indagare sui disagi sorti all’interno della coppia attraverso il messaggio evangelico. “Ci basiamo sulla parola di Dio. Ma cerchiamo di fare poca teologia e di dare un sostegno concreto alle coppie, offrendo un metodo pratico soprattutto per quanto riguarda l’ascolto reciproco” afferma don Piero, che dirige la fondazione da più di trent’anni. A prescindere dalla sintomatologia del problema, che può essere anche sessuale e che, a detta della comunità viene affrontato senza tabù, all’interno del centro, il “lavoro” spirituale viene incentrato sul dialogo, che secondo religiosi e volontari è l’elemento che viene a mancare quando si crea una rottura in una coppia. “Il sesso diventa problematico se slegato da ciò che si prova a un livello più profondo – prosegue don Piero – Per evitare che il desiderio si trasformi in un’egoistica tirannia ci vuole una buona educazione sentimentale. Insomma, per una relazione efficace l’innamoramento non basta, è necessario anche costruire l’amore”.

Momenti di solitudine spirituale si alternano a incontri collettivi in cui confrontarsi con le altre coppie e con chi lavora nel centro. Agli inizi la casa ospitava circa 200 famiglie l’anno; oggi, le coppie che arrivano da tutta Italia sono più di 1000. Le porte dell’eremo sono aperte anche a separati, divorziati e atei. L’apertura mentale non si limita a questo ma si ritrova ancor di più nelle parole di don Piero che dice: ““Il nostro approccio è, evidentemente, cristiano. Ma sul tema del dialogo e dell’ascolto molte cose dette da Gesù sono condivise dai buddisti, dai musulmani, dagli ebrei, dagli atei. Insomma, l’amore è un bene da preservare e non è una prerogativa del cristianesimo o della Chiesa. Piuttosto, un patrimonio condiviso dell’umanità”.

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