BALBUZIE & BAMBINI
Uno dei problemi che le mamme, spesso, sono costrette ad affrontare con i loro figli è legato al linguaggio. In questo caso ci si riferisce alla questione “balbuzie”.
La balbuzie coincide con il momento di preparazione alla parola. Di solito si risolve spontaneamente senza lasciare traccia. Questo disordine interessa molti bambini in età prescolare, tra i due e i quattro anni. Più che un vero e proprio disturbo del linguaggio è la manifestazione dell’immaturità espressiva, della carenza di vocabolario, dell’incompleta formazione di tutto l’apparato fonatorio. Il problema scaturisce dalla difficoltà del piccolo di individuare rapidamente le parole corrette per esprimere i concetti che si affollano nella sua mente e che vorrebbe comunicare.
In altri termini, abbastanza semplicistici, la velocità con la quale corrono le sue idee è superiore rispetto alla capacità di esprimerle con parole. Come dicevamo è un fenomeno temporaneo che il bambino vive senza problemi e di cui quasi mai si rende conto. I genitori, invece, spesso si spaventano all’insorgere di tale disturbo, in particolare spaventa la rapidità con cui esso si può manifestare. Da un giorno all’altro il piccolo, che prima parlava abbastanza speditamente, inizia a balbettare. Questo è del tutto normale! Parlare non è cosa facile e per un bambino lo è ancor meno.
E’ assolutamente normale, appunto, per un bambino di pochi anni avere qualche difficoltà nel trovare la giusta coordinazione fisica, intellettuale ed emotiva necessaria per un linguaggio fluente. La balbuzie è un fenomeno determinato, a diversi livelli, da fattori sia fisiologici che psicologici, sia genetici che derivanti da variabili ambientali. Nell’attesa che il disturbo si risolva spontaneamente (in genere questo avviene nel giro di alcuni mesi, qualora non fosse così è necessario un consulto medico), ci sono alcuni comportamenti che si possono consigliare al fine di aiutare il bambino. Prima cosa non interrompere il discorso del piccolo chiedendogli di ripetere la parola pronunciata non correttamente. Ricordatevi di non commettere l’errore di sostituirvi al bambino nel completare la parola o la frase. Non invitatelo a restare calmo: in questo modo non farete altro che aumentare la sua ansia!
E’ assolutamente vietato il rimprovero…non è colpa sua se balbetta! Il miglior atteggiamento da assumere è armarsi di pazienza. Il bambino va ascoltato quando parla senza lasciarsi irritare dai suoi errori di pronuncia. Quando parlate con lui articolate bene le parole in modo che possa capire esattamente tutti i suoni e non abbia difficoltà a ripeterli correttamente. Occorre soprattutto comprendere le difficoltà del bambino ed aumentare l’interazione con lui, cercando di porsi al di là del sintomo e operando per migliorare la qualità della comunicazione. Più che “combattere” direttamente la balbuzie, attività da lasciarsi ai terapeuti, i genitori possono intraprendere tutta una serie di azioni e di comportamenti educativi tesi a favorire la fluenza verbale dei figli. Occorre sopratutto aumentare le “abilità sociali” dei bambini, in tal senso i genitori hanno un ruolo fondamentale!
Dott.ssa Silvia Clementini
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