Nel mio precedente articolo abbiamo analizzato in che modo gli interventi della BCE (Banca Centrale Europea) incidono sui conti economici delle famiglie italiane, dal punto di vista di un debitore intestatario di mutuo.
L’operazione di QE (Quantitative Easing) attuata dalla BCE, ovvero l’immissione di grandi quantità di denaro sul mercato, sta determinando la diminuzione dei tassi di interesse che di conseguenza sta comportando:
Di fatto, i titoli di nuova emissione, concedono rendimenti bassi e ai minimi storici.
Proprio per questo, per evitare che i rendimenti già bassi diventino negativi, nello scorso gennaio il MeF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) ha approvato il “decreto salva rendimenti”, che prevede l’esenzione delle commissioni di sottoscrizione addebitate dalle banche per l’acquisto e la compravendita di titoli.
Pertanto, se la crisi economica e finanziaria di questi ultimi anni ha portato benefici in termini economici ai “debitori”, non fa altrettanto nei confronti di chi è stato parsimonioso ed è riuscito ad accantonare risparmi.
Sappiamo che da sempre gli italiani sono un popolo di grandi risparmiatori: una recente indagine di Credit Swiss ci inserisce al terzo posto nella classifica mondiale per ricchezza privata con circa 8.800 miliardi di euro (4.800 mld in immobili e 4.000 mld in attività finanziarie). Di questi 4.000 mld di euro, circa il 35 % è investito in depositi liquidi e titoli di stato, gli strumenti che ora offrono rendimenti bassi.
Vediamolo più nel dettaglio, prendendo in considerazione l’ultima asta dei titoli di stato del 30 aprile 2015.
Per semplificare i calcoli supponiamo di investire 100.000 euro e teniamo conto sia della tassazione (su questi strumenti è il 12,50% applicata al rendimento), che dell’imposta di bollo gravante sugli investimenti (0,20 % del capitale investito).
Si ha un’operazione con rendimento negativo nel caso si acquisti un Bot a 6 mesi: infatti investendo 100.000 euro si ha rendimento dello 0,00% lordo e si pagano 200 euro come imposta di bollo; nel caso si investa in un BTP a 5 anni, si guadagnano 351 euro l’anno (il rendimento lordo dello 0,63% al quale va sottratta la tassazione e l’imposta di bollo sul controvalore) e si guadagnano 1.025 euro l’anno investendo in un Btp a 10 anni (rendimento 1,40 % lordo).
Il mercato ci sta dicendo:”Caro risparmiatore, per ottenere dei rendimenti più interessanti non puoi più investire come facevi fino a qualche anno fa, ma devi trovare fonti alternative di investimento”.
Non siate scoraggiati, il mondo sta cambiando e noi dobbiamo essere in grado di cambiare con lui. Le obbligazioni bancarie o i titoli di stato attualmente offrono rendimenti bassi ed una concentrazione del rischio troppo elevata. Le alternative esistono e vanno ricercate attraverso un’attenta valutazione delle proprie esigenze e dei propri obiettivi futuri. Solo considerando “dove vogliamo arrivare” è possibile capire i passi che dobbiamo compiere oggi per raggiungere la nostra meta.
Un suggerimento: parlatene con un professionista che abbia a cuore in primis le vostre esigenze ed i vostri obiettivi e che vi assicuri di essere sempre al vostro fianco nei momenti difficili in cui voi avrete bisogno di una guida che vi tracci la strada.
Fabrizio Brilli
Ottimo articolo,
non è da tutti spiegare concetti importanti con parole semplici
Saluti,
Davide
Grazie Davide,
nel mio lavoro è molto importante saper trasferire concetti difficili a persone che nella vita fanno altri mestieri.
Spero di esserci riuscito anche scrivendo questo articolo.
Buona giornata
Fabrizio Brilli