Non è necessariamente un esperienza negativa per il proprio bambino piuttosto una possibilità di crescita
Settembre mese doloroso per chi rientra a lavoro, ancor di più per le mamme che dopo aver trascorso l’estate con i propri bimbi saranno costrette ad iscrivere i propri figli all’asilo nido, ma care mamme non è un dramma, Il fatto che il nido non sia un’esigenza del bambino non significa che sia un’esperienza negativa. Anzi, un buon nido può costituire un’esperienza di crescita importante, socializzazione e perché no di divertimento.
Vero è che il primo distacco dalla famiglia potrebbe risultare traumatico al bambino (ma soprattutto alla mamma), ma quanto più c’è collaborazione tra famiglia e struttura tanto più il passo avverrà in maniera naturale.
Fondamentale a tal proposito è l’inserimento, è indispensabile che il nido abbia regole ben precise e che i genitori siano disposti a seguirle. Si inizia sempre con un inserimento graduale che di solito dura almeno una settimana o anche di più e inizialmente la mamma deve essere presente. Per sicurezza, quindi, conviene iniziare l’inserimento almeno un mese prima di riprendere a lavorare, così da garantire al bambino tutto il tempo di cui ha bisogno per adattarsi al nuovo ambiente.
E’ consigliabile preferire un nido che prevede periodo di inserimento elastico, che tenga conto che ogni bambino ha una storia diversa: dalla vita intrauterina, al parto fino allo svezzamento, nonché ogni bambino ha un rapporto diverso con la madre.
Una madre troppo ansiosa trasmetterà la propria paura al bambino, d’altronde il bambino si chiederà inconsciamente” se mamma ha paura corro qualche rischio….”. d’altro canto se una mamma si fida della struttutra alla quale affiderà il proprio figlio gli trasmetterà questa serenità.
L’educatrice fornisce istruzioni precise. All’inizio il bambino resterà solo mezzora o un’ ora al nido con la presenza costante della mamma. La mamma non deve fare nulla, deve solo stare seduta tranquilla a portata di vista del figlio. La presenza rassicurante della mamma gli permetterà di esplorare il nuovo ambiente senza provare sensazioni di angoscia. Un errore abbastanza ricorrente è quello di entrare in comunicazione con gli altri bambini, perché il nostro piccolo si ingelosirà immediatamente. In secondo luogo, se il bimbo vuole starci vicino, non dobbiamo spingerlo ad andare a giocare, altrimenti penserà che non vogliamo stare con lui. Infine, è molto importante salutare sempre il piccolo prima di allontanarsi, anche se sta giocando. Quasi sicuramente si metterà a piangere, ma se ci allontaniamo di nascosto il bambino si sentirà ferito e ingannato, e penserà di essere stato abbandonato.
E’ normale che il bambino pianga, perché il pianto è il suo modo per esternare un dispiacere che non sa esprimere a parole. Gradualmente il piccolo capirà che la mamma anche se va via poi torna, e imparerà a superare l’angoscia del distacco, facendo un’importante esperienza di crescita.
Cristina Farina