La causa scatenante dei litigi è spesso misteriosa, il suo effetto,però, è, di solito, “devastante”: urla, pianti e botte da orbi!
Non esiste altra certezza…dove ci sono fratelli (o sorelle) il litigio è assicurato! In quante famiglie, quotidianamente, si assiste a litigi, a gelosie, a ripicche, a piccole rivalità che non raramente spingono a passare dalle parole ai “fatti”.
Tra fratelli ci si arrabbia per situazioni banali, per cause “insignificanti”. Si passa da momenti di solidarietà, alleanza e amicizia a situazioni di accesa ostilità. Questa ambivalenza tra amore e odio fa parte del vivere a stretto contatto nell’ambiente familiare, ma a volte c’è pure la competizione a fare da molla allo scontro. Non spaventiamoci della rivalità. I conflitti vanno riconosciuti e affrontati, senza patemi d’animo. In realtà, il litigio, è un passaggio importante per i bambini, li aiuta nella crescita e nel confronto. E’ l’adulto che deve imparare a intervenire in maniera costruttiva ed efficace. Per i bambini litigare è importante. Nella rivalità misurano le rispettive forze e imparano a valutare sè stessi e gli altri. Inoltre il litigio tra fratelli è un mezzo per raggiungere e affermare la propria posizione all’interno della famiglia.
É un’esperienza importante se i bambini imparano, proprio attraverso la lite, a moderarsi e a perdere. Fondamentale risulta, in tal senso, l’abilità con cui l’adulto gestisce il “conflitto”. Il compito dei genitori è proprio quello di evitare che il bisticcio degeneri. Lasciate che se la cavino da soli ma non permettete che si picchino, che rompano oggetti, che si scambino insulti. Aiutateli soltanto ad affrontare in modo giusto la discussione: per questo insegnate loro a esporre i propri punti di vista, a rispettare l’altro mentre parla, a non interromperlo. Non cercate di individuare subito chi tra i due ha cominciato per primo, chi è il colpevole, chi ha ragione. Ricordate sempre di evitare a tutti i costi i favoritismi e i giudizi. Mai prendere le difese di uno rispetto ad un altro, di fare paragoni e di fare distinzioni tra il fratello buono e quello cattivo. La colpa, se così si vuol chiamare, non è sempre del fratello più grande o del più vivace! Evitate di fare domande: spesso può essere controproducente perché potrebbero inventarsi delle storie, mentire sulle cose dette o esagerare le situazioni. Il messaggio che gli adulti dovrebbero far passare è che quello dell’importanza del dialogo. Bisogna cercare di stimolare la discussione. E devono essere gli adulti i primi ad usare la calma e la tranquillità per negoziare le controversie.
Dott.ssa Silvia Clementini
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