Quante volte abbiamo sentito parlare di questa pianta particolarissima nei periodi natalizi ? Ma cosa sappiamo di lui! Il Viscum album noto semplicemente come vischio è una lorantacea ed è per l’esattezza una pianta parassita, la quale affonda le proprie radici sui rami delle piante arbustive nutrendosi della loro linfa, è una sempre verde, cioè non perde le foglie nell’arco della sua vita e i suoi frutti sono composti da bacche di colore bianco simili a perle che si illuminano nelle ore notturne riflettendo la luce della luna. Questa pianta è diffusa nelle zone boschive di tutto il continente Europeo e di quello americano.
Il Viscum è una pianta utilizzata nel settore farmaceutico da tempi antichi e tutt’ora studiata, sembra, per le sue proprietà antitumorali.
Al vischio sono riconducibili leggende e tradizioni molto antiche: per le popolazioni celtiche, che lo chiamavano oloaiacet, era, assieme alla quercia, considerato pianta sacra e dono degli dei, secondo una leggenda nordica teneva lontane disgrazie e malattie, continua in molti paesi a essere considerato simbolo di buon augurio durante il periodo natalizio.
Diffusa è infatti l’usanza, originaria dei paesi scandinavi, di salutare l’arrivo del nuovo anno baciandosi sotto uno dei suoi rami.
Il vischio è sempre stato una pianta sacra. Una specie di miracolo della natura che d’inverno spicca nei boschi quando alberi e arbusti mostrano solo rami spogli. Il rametto di vischio, che durante le feste solstiziali invernali si usa appendere agli usci delle case o portare al collo, viene considerato un amuleto contro le disgrazie e gli influssi negativi.
Secondo un’altra credenza, se si passa in coppia sotto un cespetto di vischio, ci si deve baciare: se una ragazza non riceve questo bacio rituale non si sposerà nell’anno successivo.
Nella notte del 6 gennaio, in Inghilterra, per scongiurare il pericolo di rimanere zitelle, se ne deve bruciare il mazzo che ha addobbato la casa durante le feste invernali. Tradizioni ci giungono dai Celti che consideravano il vischio una pianta sacra, donata dagli dei poiché non aveva radici e cresceva come parassita sul ramo di un’altra pianta. Si diceva che nascesse là dove era caduta la folgore: simbolo di una discesa della divinità, e dunque di immortalità e rigenerazione.
Questo era anche creduto dal fatto che per la maggiore lo trovavano sul Rovere pianta adorata dai Druidi (popolazione di quelle terre) vista come divinità. Queste popolazioni, vestiti di bianco scalzi e con un falcetto dorato credevano che raccolta, senza che essa toccasse a terra per non contaminarla e fargli perdere i propri poteri, potesse rendere fertile tutto ciò che veniva a contatto con il suo preparato.