FC Aprilia, Francesco Montella

Poco prima della fine del campionato, Francesco Montella della FC Aprilia si racconta

Un passato importante quello di Francesco: giovanili con la Roma, un fratello professionista (oggi attaccante del Vigor Lamezia in Lega Pro) ed una parentesi anche al Cervia (sì, proprio quello del format “Campioni”): ma per Francesco Montella, giocare con la maglia della propria città, è un vero e proprio motivo d’orgoglio.

«Il primo approccio non è stato dei più semplici, perché c’era un po’ di confusione all’interno della società sia per quello che riguardava i quadri dirigenziali, sia per quanto riguardava il futuro stesso della squadra e della società. La scelta è ricaduta sui giovani, non solo i giocatori in campo: sia lo staff tecnico che la dirigenza è stata affidata a persone che fino allo scorso anno si occupavano del settore giovanile dell’F.C. Aprilia. Oltre che ai giovani si è guardato anche a chi aveva grandi motivazioni: penso a me, Giovanni Esposito o Cristiano Roversi, arrivati da categorie inferiori alla Serie D e con la voglia di rilanciarci. Nonostante tutto ciò – continua Montella – non ho mai avuto la sensazione di trovarmi in un ambiente sprovveduto: in altri ambienti con giocatori abituati anche a categorie superiori, non si faceva calcio nel modo in cui lo abbiamo fatto quest’anno. Tutti questi fattori hanno fatto si che il campionato andasse nel migliore dei modi, con una salvezza anticipata che abbiamo ampiamente meritato sul campo. Abbiamo anche dimostrato a tutto il mondo del calcio che la politica incentrata sui giovani può essere vincente. Non c’è bisogno di andare a spendere per prendere giocatori blasonati se si hanno gli “ingredienti naturali” per fare bene in una squadra di calcio: motivazione, voglia, fame, preparazione, sudore, sacrificio e la forza del gruppo».

Francesco accenna anche alla fascia da capitano indossata quest’anno:«Fare il capitano è un impegno, perché devi essere un esempio per i compagni. Io ho cercato di essere sempre me stesso e di trasmettere positività, perché essere capitano nella propria città è qualcosa di speciale. Mi piacerebbe rimanere tanti anni per poter fare ancora il capitano in questa categoria e, chissà, magari in quelle superiori».

Francesco Montella

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