Perde 2 a 1 la FC Aprilia contro il Manfredonia. Un panettone amaro da mandar giù l’ultima partita casalinga della squadra pontina. Il 2015 si chiude con rabbia e rammarico per una partita persa innanzitutto per la
mancata espulsione di De Gennaro, portiere del Manfredonia, che atterra al di fuori della sua area il lanciatissimo Pagliaroli. Per l’arbitro però si tratta solo di cartellino giallo.
La FC Aprilia è una squadra che però non demorde e inizialmente domina la partita anche se il Manfredonia inizia a mettere la testa fuori. Il secondo tempo invece è un monologo apriliano di un Aprilia che continua a spingere e che tiene costantemente in apprensione la difesa pugliese.
“Ci sono due modi di uscire sconfitti dal campo: si può fornire una prestazione importante e non prendere punti per propri demeriti e si può fornire una prestazione importante e non prendere punti per situazioni collaterali, non strettamente collegate a quanto si è visto in campo. Non ritengo giusto che venga umiliato il lavoro svolto da una squadra, un gruppo ed una città. Ogni domenica le interpretazioni del regolamento assumono contorni sempre diversi. In questa gara il regolamento non è stato applicato in modo consono: mancano due espulsioni dei giocatori del Manfredonia, due calci di rigore in nostro favore non sono stati assegnati e in più ci è stato annullato un gol regolare. Il regolamento non va interpretato: va applicato. La prestazione non può essere discussa, perché se abbiamo così tanto da recriminare è perché abbiamo creato i presupposti per renderci pericolosi più e più volte. La prima espulsione sarebbe dovuta arrivare dopo tre minuti dall’inizio: il portiere era al di fuori della sua area di rigore, non può essere soggetta ad interpretazioni questa situazione. Se non è chiara occasione da gol quando il portiere è fuori dalla porta quando può mai esserlo? La partita sarebbe girata, c’è poco da dire. Oggi tutti noi dell’Aprilia ci sentiamo umiliati. Umiliati ed impotenti. E questo non è accettabile. La mancata espulsione di uno loro centrocampista nel cuore della gara, i falli di mano nella loro area non sanzionati, il gol annullato dopo che un loro giocatore ha toccato il pallone, il che, per regolamento, rende la posizione dei nostri attaccanti di nuovo regolare. Parlare di calcio oggi è francamente un’impresa molto molto ardua. Il fatto che il nostro portiere nel secondo tempo non abbia praticamente mai dovuto toccare il pallone passa in secondo piano, e questo rende il tutto ancora più umiliante, perché non vengono a galla i meriti dei ragazzi che hanno fatto una gran partita. Il mio allontanamento, poi, è derivato dal fatto che non è possibile chiedere ai direttori di gara, pur con la massima educazione, la semplice applicazione delle regole. Il gol annullato è il segnale palese della mancanza di conoscenza delle regole. Il tiro da fuori di Giovanni Esposito è stato deviato nella propria porta da un difensore lontano 10 metri dalla porta e non c’era alcun nostro giocatore davanti al loro portiere. Ma se anche fosse, la regola attuale impone che il tocco del difensore rimette in gioco gli attaccanti. Resta in tutti i casi un gol regolare, come è stato valutato la scorsa settimana nei confronti del Bisceglie, anche se li la palla è finita fuori. Siamo al paradosso interpretativo: oltre a non esserci nessuno dei nostri in traiettoria è il difensore a fare autorete. Mai nella vita si può annullare un autogol“.