Itinerari turistici, Cisterna di Latina
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Le lontane ed oscure origini di Cisterna
Situata nel lembo più settentrionale della Pianura Pontina, in vista dei Monti Lepini, Cisterna è spesso considerata, a torto, come una città del tutto "moderna". In realtà, pochi passi nel cuore del centro storico, raccolto nella bella Piazza XIX marzo, raccontano invece una storia antica e travagliata, che vogliamo qui raccontare. Nei dintorni dell'odierna Cisterna di Latina sono infatti le tracce di un passato lontanissimo, seppure tutt'oggi piuttosto oscuro. Rinvenimenti archeologici in località Le Castella datano addirittura al VI secolo a. C. l'esistenza di un primo abitato, forse l'importante città volsca di Suessa Pometia . |
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Ad un certo punto però di questa città si perse la memoria, tant'è che alcuni studiosi individuano nel sito romano di Tres Tabernae l'originario insediamento che avrebbe poi portato all'occupazione dell'attuale nucleo cisternese. Il luogo preciso ove sorgevano le Tres Tabernae , tracciato nelle antiche mappe romane lungo l'antica Via Appia (che in parte ricalca il tracciato dell'odierna SS7), non è stato ancora individuato con certezza, ma recenti scavi al km 58,100 della consolare stanno dando risultati sorprendenti: all'inizio, comunque, si trattò probabilmente di semplici "taverne", appunto, osterie deputate al ristoro dei viaggiatori che transitavano da quelle parti, fra i quali le fonti pagane e cristiane segnalano più volte Cicerone e in un caso San Paolo (Atti degli Apostoli XXVIII, 15) ; in epoca tardo imperiale, tuttavia, il primitivo piccolo borgo si espanse notevolmente, dotandosi di impianti termali e preziosi edifici e divenendo perfino sede episcopale (313), funzione che permase sino al IX secolo. Poi i documenti non dicono più nulla a proposito di Tres Tabernae e, a partire tra il X e l'XI secolo, introducono il nuovo toponimo di Cisterna Neronis . Si pensa, dunque, che la popolazione di Tres tabernae ad un certo punto emigrò in questa nuova località, a causa forse di un'epidemia di malaria o di scorribande saracene: spostamento che dovette avvenire man mano, visto che di Tres Tabernae non rimane quasi più nulla, il che fa pensare allo smantellamento e al riutilizzo progressivi del suo intero patrimonio edilizio per edificare le nuove case. Le origini dell'attuale Cisterna sarebbero quindi medievali, ed il nome del paese deriverebbe proprio dalla presenza di cisterne romane, mentre l'aggiunta "Neronis" (secondo alcuni attribuibile ad una leggenda che vuole Nerone abile nella creazione di pozzi) è probabilmente relativa al fatto che fu l'Imperatore stesso ad ordinare la costruzione di questa ed altre cisterne, allo scopo di rifornire d'acqua la sua celebre e sontuosa villa di Anzio. Coinvolta nelle guerre per il Papato, Cisterna venne dapprima distrutta nel 1165 da Cristiano di Magonza, per poi essere affidata dalla Chiesa ai Frangipane. Questi munirono Cisterna di fortificazioni e di un castello, che non furono però sufficienti ad evitare, nel 1328, una seconda distruzione, stavolta ad opera di Ludovico il Bavaro, in lotta contro gli Angioini. In seguito, nel Trecento, venne il dominio dei Caetani, già potenti signori di Sermoneta, Ninfa e di buona parte della Marittima. Originari di Gaeta (come suggerisce il nome), i Caetani in un primo momento utilizzarono Cisterna come un'umile borgata agricola, ma nel 1560 il duca Bonifacio scelse di trasferirvisi, e ciò per due motivi principali: sia perché, gravemente malato di gotta, avrebbe così evitato le ripide scalinate di Sermoneta (potendosi allo stesso tempo dedicare ugualmente alla caccia, grazie al territorio selvaggio che all'epoca circondava il paese), sia per la minore lontananza da Roma. Il vecchio castello dei Frangipane fu allora ristrutturato per intero, divenendo la raffinata dimora signorile che ancora oggi possiamo ammirare, nonostante gli ingenti danni dell'ultimo conflitto mondiale, ossia il bel Palazzo Caetani: nell'edificio, dalla semplice facciata e affiancato da una tozza torre tufacea residuo del preesistente maniero medievale, si trova la "Sala del Vescovo", con preziosi affreschi degli Zuccari, mentre il loggiato interno conserva l'antica cisterna romana simbolo della cittadina. Al di sotto del Palazzo si estendono le Grotte dei Caetani, lunghi e misteriosi cunicoli in parte inesplorati, scavati sin dai tempi di Nerone. |
"La città dei Butteri"
Oggi, a dare il benvenuto al viaggiatore che transiti per Cisterna è un curioso cartello che la definisce come "la città dei Butteri". Ma chi erano costoro? Con il nomignolo "buttero", diffusosi fra il Sette-Novecento, si intendeva l'allevatore italiano per eccellenza, rude nell'aspetto e avvezzo alle fatiche, abile nel comandare a cavallo il bestiame anche nelle zone più impervie. Presenti per lo più nella Maremma tosco-laziale (ove sono tuttora attivi), i butteri contraddistinsero fino ad un passato piuttosto recente lo scenario delle vaste campagne cisternesi. Per lunghi secoli, del resto, il territorio di Cisterna si presentò sconfinato, desolato e selvaggio, e per certi aspetti magnifico e romantico, tant'è che fu spesso meta prediletta dei vedutisti della Campagna Romana e dei viaggiatori del Grand Tour. |
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Caratterizzato da estese paludi e grandi foreste secolari, nelle campagne cisternesi le coltivazioni erano scarse e la misera economia locale poggiava soprattutto sull'allevamento e sul taglio della legna. Protagonisti di un territorio simile erano non soltanto i briganti (i quali, in verità, allora imperversavano un po' in tutto il Lazio), ma anche i butteri, che potremmo definire come i nostri "cow boys". Anzi, forse più bravi, come narra una vicenda divenuta ormai famosa, secondo cui un "buttero" del posto, tale Augustello Imperiali, fece perdere una scommessa al famigerato Buffalo Bill, il quale, in viaggio per l'Europa con i suoi spettacoli equestri, dubitava delle loro capacità nel domare i puledri americani. Ancora oggi con le Fiere dell'Ascensione e della Ricalata (rispettivamente l'ultima domenica di maggio e l'ultima di ottobre), che richiamano turisti da tutta la provincia, vengono ricordate le vecchie tradizioni legate alla figura del buttero e alla transumanza; da qualche anno, inoltre, in occasione delle fiere, l'Associazione Butteri Cisternesi rievoca i tradizionali rodei, con la mercatura del bestiame e l'addomesticamento di cavalli selvatici.
Questo mondo arcaico terminò con la grande Bonifica Fascista, che trasformava radicalmente l'ambiente originario, eliminando le paludi e restituendo un'immensa e fertilissima pianura agli agricoltori, che qui giunsero da molte parti d'Italia. Favorita dalla posizione leggermente elevata, e perciò tradizionalmente più immune dal flagello della malaria, Cisterna in questo periodo si espanse velocemente e si rinnovò nel tessuto edilizio, pur conservando la suggestiva immagine di un borgo rurale medievale: fisionomia, questa, drammaticamente stravolta in pochi mesi durante la Seconda Guerra Mondiale, fra il gennaio e il maggio del 1944, quando Cisterna venne pressoché per intero rasa al suolo dagli Alleati, con tragiche perdite di vite umane. Medaglia d'argento al valor civile, Cisterna è oggi una città popolosa e dalla duplice anima, antica e moderna, e, nonostante lo sviluppo industriale ed urbanistico, non ha dimenticato le proprie origini e vocazioni agro-pastorali: queste, assieme alle bellezze monumentali e ambientali sparse nel territorio, ne fanno un comune dal forte potenziale turistico e dalle felici prospettive nel senso di uno "sviluppo sostenibile".
La campagna e i prodotti tipici
Una caratteristica poco nota e ingiustamente sottovalutata di Cisterna è il suo splendido paesaggio rurale, figlio di una tradizione agricola e pastorale che qui, a differenza di altrove, ha mantenuto la propria importanza. Attorno alla cittadina si estende infatti uno dei tratti più belli ed integri della Pianura Pontina, che conserva quasi intatto il paesaggio della Bonifica, con le grandi distese di campi coltivati, punteggiate da rustici poderi risalenti alla prima metà del Novecento. Spesso, però, spiccano edifici molto più antichi, come nel caso del pietroso e turrito Casale Armellini, del XIII secolo, che si eleva suggestivo e solitario nel "vuoto" di un angolo stupendo della pianura, sul quale ormai incombono dappresso le coste rocciose dei Monti Lepini: al casolare sono legate curiose leggende popolari, che lo vorrebbero dimora di "presenze spettrali"... Un paesaggio pittoresco e affascinante, da riscoprire e valorizzare, quello cisternese, che ha peraltro il pregio della mutevolezza: se le campagne lungo la strada per Doganella di Ninfa (frazione che ha conservato l'aspetto modesto e l'atmosfera tranquilla del classico borgo della Bonifica) e per le omonime rovine presentano un tipico paesaggio di pianura, quelle verso Cori, ondulate e rivestite di lussureggianti vigneti, si caratterizzano per l'alternarsi di pittoresche vallette tufacee simili a quelle dell'Agro Romano. In direzione di Aprilia, invece, accanto ai grandi pascoli e ai vigneti (rispettivamente forieri di mozzarelle e vini di ottima qualità), ad attrarre l'occhio del viaggiatore sono soprattutto le grandi coltivazioni di kiwi (tutelate dal marchio IGP), vera specialità della zona e fiore all'occhiello della produzione agricola cisternese, cui è dedicata una fiera annuale a Campoverde (Aprilia).
Le Rovine di Ninfa
Non si può parlare di Cisterna senza accennare, pur rapidamente, alla sua vera perla, vale a dire la meravigliosa "città morta" di Ninfa, compresa quasi interamente nel suo ambito comunale. Definita dal Gregorovius la "Pompei del Medioevo", Ninfa si specchia con le sue vetuste rovine, avvolte dalla vegetazione e dominate da un'alta torre merlata, in un limpido laghetto sorgivo, creato da una diga del XIII secolo e popolato da una ricchissima avifauna. Risalente al dominio dei Caetani, Ninfa fu un tempo città florida e bellissima, ricolma di chiese e palazzi, ma venne abbandonata improvvisamente, verso la fine del Trecento, a causa di una gravissima epidemia di malaria. Per lunghi secoli i ruderi di Ninfa rimasero un luogo oscuro e solitario, avvolto da un alone di leggenda e mistero, in cui pochi osavano avventurarsi. La "rinascita" di Ninfa avvenne agli inizi del Novecento, quando Gelasio Caetani recuperò il sito, restaurandolo e realizzandovi un primo bizzarro parco in cui egli inserì specie botaniche esotiche. In seguito, negli anni Trenta, all'epoca della Bonifica, la sua nuora Margherita Chapin ne fece un vero e proprio "giardino all'inglese", che iniziò a destare l'ammirazione di artisti ed intellettuali. Più recentemente, estintasi la famiglia Caetani, i giardini vennero affidati alla Fondazione Rolando Caetani, che nel corso degli anni ha arricchito il parco di numerose piante provenienti da ogni parte del mondo. Il risultato è oggi uno scenario magnifico, unico nel suo genere, un perfetto connubio fra storia e natura, in un'atmosfera idilliaca e fuori dal tempo: considerata tra i più bei "giardini all'inglese" al mondo, e dichiarata Monumento Naturale dalla Regione Lazio, Ninfa attrae ogni anno migliaia di turisti. Attualmente, inoltre, l'area circostante Ninfa (un'oasi WWF cui collabora la stessa Fondazione Caetani) è interessata da un ambizioso progetto di restauro ambientale ("Ninfa 2" ), che prevede il ripristino dell'originario ecosistema palustre e la fruizione eco-turistica di quest'angolo straordinario di terra pontina.
Come arrivare
Via Appia SS7, oppure A1-uscita Valmontone e quindi indicazioni per Velletri e infine per Cisterna di Latina.
Eventi e manifestazioni
" Carnevale Cisternese " : le ultime due domeniche di Carnevale e il Martedì Grasso
"Fiere dell'Ascensione e della Ricalata" : l'ultima domenica di maggio e l'ultima di ottobre
"Cisterna Estate" ( concerti , esibizioni, mostre artistiche ): nei mesi di luglio e agosto
"Processione di San Rocco" : la sera del 15 agosto e la sera del sabato precedente il 10 marzo, in occasione della "Festa del Patrocinio".
"Processione di San Francesco" : la sera della prima domenica successiva al 4 Ottobre.
"Natale Cisternese" , con il presepe , realizzato nelle grotte di Palazzo Caetani.
"Festa della Madonna del Divino Amore ": 7-8 giugno
Link
www.comune.cisterna-di-latina.latina.it
www. parchilazio .it |
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