Zero Dark Thirty Trailer
di Kathryn Bigelow
Dopo i sei premi Oscar vinti con The Hurt Locker nel 2010, film che affronta la cruda realtà della guerra in Iraq attraverso le vicende di un gruppo di artificieri e sminatori dell’esercito americano, Kathryn Bigelow fa nuovamente parlare di sé conquistando la critica con il suo nuovo capolavoro, Zero Dark Thirty. Il film si avvale dello scrupoloso lavoro del giornalista Mark Boal, già sceneggiatore in The Hurt Locker, nel quale la registra sembra aver trovato un collaboratore prezioso. La coppia ci riporta in uno scenario di guerra, questa volta per raccontarci la segretissima missione della CIA che portò, dopo un intero decennio di ricerche, all’eliminazione, in una notte del maggio 2011, del nemico pubblico numero uno, il leader di Al Qeada Osama Bin Laden.
Il film mostra lo snodarsi dell’operazione in modo f luido ed adrenalinico seguendo i conf litti interiori di Maya – giovane e brillante agente della CIA (personaggio che ha determinato realmente il uccesso della missione) – per i metodi poco ortodossi utilizzati durante gli interrogatori. Le vicende si sviluppano senza mai concedere allo spettatore sentimentalismi patriottici e senza scendere a compromessi con i canoni hollywoodiani. Ne risulta un film crudo ed estremamente dettagliato che non teme di mostrare scene di tortura, come l’ormai noto waterboarding, tecnica rivelatasi centrale per l’esito dell’operazione. «La tortura fa parte della storia, e dovevamo essere fedeli ai risultati della nostra ricerca» dice Boal. La stessa Bigelow definisce la sua pellicola come un film giornalistico: «…abbiamo parlato davvero a lungo con i Navy Seals ed abbiamo capito che c’è un approccio metodico e fisico su come affrontano un assalto. Io e Mark volevamo trattare il soggetto in modo esponsabile
e fedele, quindi abbiamo girato quella scena in modo metodico, senza imporre un’estetica hollywoodiana e senza farne
un documentario».
A pochi giorni dai riconoscimenti del New York Film Critics Awards, la pellicola ha ricevuto anche i premi del National Board of Review come miglior film e miglior regia, mentre alla bravissima Jessica Chastain, nei panni dell’agente Maya, è stato assegnato il titolo di miglior attrice protagonista. Con queste feconde premesse non è affatto difficile immaginare che Zero Dark Thirty sarà fra le pellicole favorite alla corsa per gli Oscar.
Riconoscimenti davvero meritati per l’unica regista donna che ha dimostrato di saper portare sul grande schermo, in modo magistrale e con grandissima onestà intellettuale, tematiche da cui fino ad ora le donne erano rimaste escluse..