Regista: Ron Howard
Produzione: USA, Germania, Regno Unito 2013
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 123 minuti
Ron Howard – il mitico Richie Cunningham di Happy Days, passato dall’altra parte della macchina da presa con successi come Cocoon, Apollo 13, A beautiful mind – torna sul grande schermo per raccontarci la gloriosa stagione della Formula 1 degli anni settanta con il suo ultimo film, Rush. La pellicola è incentrata sulla vera storia di un leggendario duello agonistico fra piloti: la rivalità fra il tre volte campione del mondo (1975, 1977 e 1984) Niki Lauda e James Hunt, interpretati rispettivamente da Daniel Brühl e da Chris Hemsworth. La sceneggiatura del film cerca di mettere in risalto il contrasto fra i caratteri dei due piloti e il loro modo di affrontare le tensioni: l’inglese Hunt estroverso, affascinante e sempre in cerca di compagnia femminile e divertimento; l’austriaco Lauda riservato, meticoloso e completamente catturato dalla sua professione. “Due persone così diverse ma accomunate dalla folle corsa per raggiungere il più alto livello possibile.
Due uomini in lotta con se stessi per rispondere alla domanda che lega tutto il film: quanto sei disposto a rischiare per raggiungere il tuo obiettivo?” racconta Ron Howard. La trama del film ricostruisce la stagione di corse del 1976, anno del terribile incidente di Lauda a bordo della sua Ferrari sul pericolosissimo circuito di Nürburgring, durante il Gran Premio di Germania. Nell’incidente Niki Lauda perde il controllo della Ferrari che finisce per schiantarsi contro la roccia a bordo pista. Il potentissimo urto fa incendiare la vettura, ma il tempestivo soccorso di alcuni piloti riesce a evitare il peggio per Lauda. Le sue condizioni sono comunque gravissime, non tanto per le ustioni riportate, quanto per la gran quantità di gas tossici inalati mentre il corpo era rimasto intrappolato fra le fiamme. L’incidente di Lauda permise ad Hunt, a bordo della McLaren, di recuperare gran parte dello svantaggio accumulato durante il campionato. Dichiarato fuori pericolo, Niki Lauda decide di tornare in pista dopo soli 40 giorni dal tragico incidente, senza badare alle critiche del suo stesso team e alle ustioni in volto ancora sanguinanti. L’irriducibile duello fra i due piloti prosegue fino all’ultima gara del campionato che si disputa sul circuito del Fuji del Gran Premio del Giappone. Durante la gara una pioggia torrenziale costringe Lauda a ritirarsi e a consegnare il titolo mondiale nelle mani dell’avversario Hunt, a un solo punto di distanza dallo sfortunato ferrarista. Quello del ’76 è il solo titolo mondiale vinto da James Hunt. Le riprese del film sono state effettuate principalmente tra Germania e Regno Unito. In particolare, per le scene delle corse sono stati utilizzati i circuiti di Donington Park e di Cadwell Park, mentre la scena dell’incidente è stata girata nel vecchio circuito di Nürburgring, dove avvenne realmente l’incidente di Lauda. Il film racconta una F1 molto diversa da quella che siamo abituati a vedere oggi: “Erano gli anni di passaggio tra la fine dei ’60 e l’inizio dei ’70 – dice Howard – C’era un’incredibile voglia di competizione e di esprimersi senza rendere conto a nessuno. Nello spettacolo come nello sport si era diffusa una mentalità “rock and roll”, un fortissimo desiderio di competere. Dopo cambiò tutto. S’intensificò il business e gli attori come gli sportivi divennero più controllati: degli amministratori delegati di se stessi». Per chi ha voglia di ripercorrere un pezzo di storia della F1 di quei ruggenti anni ‘70, il film di Ron Howard sarà nelle sale italiane dal 12 settembre.