“Il cocktail, in realtà, è solo un’occasione di incontro.
È una festa alla quale ognuno si invita da solo
per farsi un po’ di festa” (M.M.)
I cocktail sono tornati molto di moda in questi ultimi anni con l’apertura di nuovi locali in cui si servono cocktail di ogni genere che accompagnano diversi momenti della giornata, dall’Happy hour al dopocena.
L’Americano diventa negli anni un cocktail di successo, raggiungendo una certa fama anche grazie ad alcuni omaggi cinematografici: è uno dei cocktail preferiti di James Bond ed è anche un film del 1991, ‘Americano rosso’.
A dispetto del nome, l’Americano è un cocktail che fa uso esclusivamente di prodotti italiani: il bitter Campari e la soda sono di Milano e il Vermouth rosso è di Torino, è uno dei cocktail italiani più classico ed è considerato anche il “padre” del Negroni.
È un cocktail ufficiale della IBA (International Bartenders Association), si prepara con la tecnica build (costruzione direttamente nel bicchiere) e si serve in un bicchiere Old Fashioned: si versano Vermouth rosso e Bitter nel bicchiere colmo di ghiaccio, dopodiché si va a completare con la Soda che va miscelata leggermente utilizzando lo stirrer oppure la semplice cannuccia, per finire si strizza e si mette all’interno del cocktail una scorzetta di limone e una fettina d’arancia come decorazione.
Come molti cocktail, la sua origine è ignota ma vi sono diversi racconti che accompagnano la sua storia:
il più antico cita l’Americano nel 1860, ideato presso il Gaspare Campari’s bar a Milano, un altro racconto lo fa risalire agli anni trenta, secondo il quale il cocktail sarebbe stato chiamato così in onore a Primo Carnera, un pugile italiano molto attivo negli Stati Uniti, e per questo detto appunto “l’Americano”.
Alessia Locicero