Dopo ben 12 anni di assenza dai palchi nostrani, Neil Young torna finalmente in Italia con due nuove date, il 26 luglio al Rock in Roma 2013 (Ippodromo delle Capannelle) e il 27 luglio al Lucca Summer Festival. Il suo tour, che ha già riscontrato un enorme successo in nord America, Australia e Nuova Zelanda, è affiancato dai Crazy Horse, la storica band alter ego di Neil Young, che da sempre accompagna il cantautore canadese nei suoi live. La storia della loro collaborazione è lunga quanto tutta la loro carriera. La vicinanza dei Crazy Horse segna per Neil Young un momento di svolta che lo vede abbandonare lo stile prettamente folk degli esordi per sonorità più crude, appartenenti alla sfera dell’hard rock. Le ballate connotate da giri armonici sereni ed accomodanti, tipici del folclore popolare, si arricchiscono di sferzate elettriche e distorte poco esplorate prima. Lo stile di Young si dilata e pennate sporche e graffianti ampliano il suo ambito di ricerca, guidato dall’esigenza di raggiungere una profondità espressiva contaminata dal paesaggio sonoro della modernità e delle sue contraddizioni. Neil Young non ha affatto intrapreso una via divergente rispetto al folk, ma è il mondo stesso ad averlo costretto a modificare la propria musica alla ricerca di un folk autentico, divenuto inevitabilmente rock e capace di influenzare non pochi generi musicali. Il primo frutto della collaborazione esce all’inizio del 1969, dal titolo Everybody Knows This Is Nowhere, un album country-rock elettrico fra cui spiccano capolavori indimenticabili come “Cinnamon Girl”, “Cowgirl In The Sand”, “Down By The River”. L’album darà inizio al mitico dualismo di Neil Young marcato dall’alternanza di album elettrici supportati da gruppi spalla, principalmente gli Horse, e album folk, a volte country, coadiuvati da strumentisti da studio. All’apice del successo, marcato da pietre miliari come Harvest e After The Gold Rush, Neil Young non ha paura di allontanarsi da ciò che lo ha reso celebre per reinventarsi senza badare alle tendenze di mercato. La sua ricca carriera musicale è una lunga storia di capolavori sempre in bilico fra innovazione e richiamo delle proprie origini. Nel 1978, degli scatenati Horse affiancano Neil Young durante il Rust Never Sleeps Tour dal quale uscirà il bellissimo live Rust Never Sleeps. Impossibile non citare il famosissimo brano “My My, Hey Hey”, struggente inno all’immortalità del rock ‘n’ roll, nella sua doppia versione elettrica e acustica, quasi fosse il riflesso della doppia anima del suo autore.
Durante gli anni ‘80 Cavallo Pazzo – come viene soprannominato il canadese – è impegnato in progetti che lo allontanano dai Crazy Horse, ma nel biennio 1990-91 Young e la band sono di nuovo insieme per un altro lavoro, la registrazione di Ragged Glory – il disco più elettrico di Young, che più di ogni altro influenzerà il genere grunge – ed il successivo tour del 1991 dal quale si ricaverà il bellissimo live Weld. Negli anni successivi le collaborazioni continuano a fasi alterne. L’instancabile canadese nel 2012 pubblica Psychedelic Pill, il suo primo doppio ricavato dalle lunghe jam sessions improvvisate con gli Horse durante il periodo di registrazione di Americana, una raccolta di vitali traditional cover dello stesso anno. Con i suoi 87 minuti di durata Psychedelic Pill è il disco più lungo di Neil Young; un disco che ritrova quei suoni viscerali e sfibranti che da sempre contraddistinguono il mood del canadese solitario. Alla soglia dei settant’anni Neil Young, una leggenda della storia del rock, ci regala un’altra occasione per ripercorrere i suoi grandi successi con i Crazy Horse. Non potete perdere quello che potrebbe essere il suo ultimo tour internazionale.