Il 27 gennaio è diventato, dall’istituzione nel 2000 della Giornata della Memoria, una delle date topiche del calendario civile. Anche le scuole ed i singoli insegnanti, sollecitati dalle molteplici amplificazioni che con l’avvicinarsi della giornata giungono dalle istituzioni, dai media, dal dibattito pubblico, assumono quasi come un’imprescindibile necessità le parole della Legge che recita:
La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonchè coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
E ancora:
In occasione del “Giorno della Memoria” […], sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere.
“E’ importante, e il Presidente Mattarella lo ha ricordato alcuni giorni fa – spiega Filippo Fasano della sezione locale dell’ANPI – che la riflessione si incentri sui pericoli che i focolai di odio, di intolleranza, di razzismo, di antisemitismo che sono presenti nelle nostre società e in tante parti del mondo non vanno minimizzati ma affrontati con coraggio e determinazione nel“consolidare quegli ideali di democrazia, libertà, tolleranza, pace, eguaglianza, serena convivenza, sui quali abbiamo riedificato l’Europa dalle macerie della seconda guerra mondiale”.
La Legge, ricordandoci il dovere della memoria ma anche della vigilanza: “…affinché simili eventi non possano mai più accadere”, ci invita ad evitare la retorica delle celebrazioni che è l’anticamera della pigrizia intellettuale, e a non consumare l’occasione in un coinvolgimento emotivo che dura solo qualche ora. Fare storia, fare memoria è gravoso e impegnativo, deve diventare una definitiva e positiva acquisizione di “valore civile” da spendere nel comportamento quotidiano come cittadini responsabili e attivi.
Il rischio oggi è di sviluppare, soprattutto nei più giovani, una percezione in cui il senso dell’alterità assopisce le coscienze: si considera la Shoah come qualcosa di sicuramente enorme e malvagio, ma successo altrove (Auschwitz è “lontano”), in un altro tempo (vagamente storicizzato), capitato ad altri (gli ebrei) e per colpa di altri (i nazisti).
Bisogna capire che la storia italiana e degli italiani ha invece molto a che fare con l’argomento, per le responsabilità del fascismo relativamente alla Shoah ma anche alle persecuzioni di altre minoranze come Rom e Sinti (a cui la Legge non fa cenno) oppositori politici, deportati militari, omosessuali. La promulgazione delle leggi razziali del 1938, accettate dalla stragrande maggioranza degli italiani e sostenute da alcuni tra i nomi più famosi della cultura dell’epoca, ebbero effetti nefasti soprattutto nelle scuole: una vera e propria educazione all’odio.La vergogna per il nostro paese.
L’Anpi “Vittorio Arrigoni” di Aprilia ha organizzato per il 29 gennaio, con la collaborazione della scuola Toscanini e il Patrocinio del Comune, un pomeriggio di riflessione sulla Giornata della Memoria, nell’Aula Magna della scuola Toscanini in via Amburgo con inizio alle ore 17.00. Sarà proiettato anche un filmato sulla visita dei ragazzi di Aprilia alle celebrazioni della Giornata della memoria al campo di Auschwitz – Birkenau.