Si è svolta nella mattina di ieri la presentazione del libro di Franca Palmieri “La fiamma del cuore“.
Il libro è stato presentato presso la sala Ragazzi della Biblioteca Comunale.
Presenti in sala Stefania Battistella, presidente della Casa Editrice Pellicano, Beppe Costa, poeta ed editore, Antonella Rizzo, Scrittrice e insegnante e Giada Lauretti, Neuropsichiatra infantile e Psicoterapeuta.
Apre la presentazione Beppe Costa:
“Dove l’immagine sovrasta la parola…. noi presentiamo una fiaba”.
Visione e immaginazione. Si immagina tramite le figure ed è per questo che fiabe e poesie coincidono nella loro bellezza intrinseca.
Segue una introduzione musicale ad opera di Daniele Lauretti.
Inizia poi la lettura della fiaba. Aprono i ragazzi dell’ istituto Matteotti.
Secondo intervento quello della scrittrice Antonella Rizzo:
“Nella favola troviamo la polarità dell’uomo e il bambino ha la necessità di conoscere.
La fiaba rappresenta il “luogo di tutte le ipotesi”, come la definiva Gianni Rodari.
Le fiabe aiutano a crescere.
Il libro di Franca è minuzioso, con descrizioni silvane che descrivono la bellezza.”
Un’ opera di liberazione e arricchimento, il tutto proposto con delicatezza, ma nel tempo stesso incisione.
Lettura di brani da parte dei ragazzi dell’Istituto Rosselli e dell’Istituto Meucci.
Nuova spazio musicale effettuato da Daniele Lauretti che come lo definisce Beppe Costa
“Suona con la forza della sua delicatezza”.
Interviene a questo punto la Dottoressa Giada Lauretti, Neuropsichiatra Infantile e Psicoterapeuta.
La dottoressa sottolinea l’importanza della presenza delle fiabe nella vita del bambino, ma ancor di più importante è la presenza dell’adulto affianco al bambino nella lettura della fiaba.
“Importantissima questa presenza, in quanto la fiaba può generare domande e dubbi nel bambino e solo l’adulto può aiutare a trovare una risposta.
La fiaba ha un’altra grande capacità.
Nella fiaba sono presenti tutti gli strumenti che occorrono per affrontare le avversità. Ecco dunque che la fiaba ci invita e aiuta a scoprire le proprie risorse, le proprie potenzialità, anche grazie al contributo che gli altri apportano.
Chi ci circonda ci aiuta a scoprire le nostre potenzialità.
Inoltre ritengo-prosegue la dottoressa- che questa fiaba possa essere destinata, oltre che ai bambini dagli otto anni in su, anche ad un lettore di secondo livello.
Ciò perchè questa fiaba è una metafora. Ve ne sono due in una. La metafora è un qualcosa che avvalendosi di immagini spiega qualche altra cosa rendendola più comprensibile.
La prima metafora è quella della crescita. In questa storia la principessa conosce il male, quello vero, quello che si traveste da figura benevola.
Che ha degli elementi, dei dettagli che possano far capire la sua natura, ma che è molto subdolo.
I ragazzi che si trovano nella fase della pubertà, adolescenza, a volte si sentono soli e non capiti dai propri genitori e si avvalgono di altre figure importanti che sono intorno a loro.
Piano piano iniziano a capire cosa c’è di buono e cosa c’è di cattivo nella vita e possono essere trascinati più facilmente rispetto agli adulti da figure fuorvianti.
Attraverso però gli aiuti che provengono dall’esterno scoprono la realtà e iniziano a dare un significato diverso alla loro vita dopo una fase di grossa crisi che è proprio quella dell‘adolescenza.
Allo stesso modo è una metafora anche ciò che accade dopo un evento traumatico.
Dopo un evento traumatico si ritorna un po’ bambini, aleggia questa tristezza quasi senza fine dalla quale sembra non volere uscire.
Per quanto arrivino aiuti dall’esterno, non si è sempre disposti ad accettarli.
Gli aiuti in questo caso sono efficaci se arrivano a piccoli sorsi, attraverso cose quotidiane.
Piano piano si ricomincia a vivere. Ecco dunque che c’è una crescita interiore che ognuno di noi può vivere dopo un evento traumatico, dopo il quale si può rinascere e dare un significato diverso, se si accettano gli aiuti che vengono dall’esterno”.
Conclude la presentazione, l’autrice Franca Palmieri.
“Ringrazio primi tra tutti i ragazzi che si sono impegnati e hanno lavorato con me per oltre un mese in un laboratorio di lettura interpretativa e che ci hanno messo davvero tanta passione.
I ringraziamenti vanno poi alle persone che mi hanno ispirato e hanno reso possibile la realizzazione di questa fiaba.
Sin da ragazza sognavo di scrivere una fiaba, ma non mi azzardavo, perchè avevo paura di scrivere qualcosa che fosse già stata scritta da qualcun’altro.
Questo finchè nel 2003, dopo un evento traumatico, ho capito che avevo una mia storia da raccontare e che dovevo scrivere.
Ho così iniziato questo percorso e dopo 13 anni di incubazione sono qui a presentarvi “Princi”.
Un forte messaggio vuol far passare l’autrice, prima di concludere.
Invita ogni ragazza, ogni donna a cercare e scoprire le proprie potenzialità.
“Non aspettate il principe azzurro che vi salvi, dovete salvarvi da sole, cercando dentro di voi le risorse e una volta trovate utilizzatele.
Aspettate e inseguite l’Amore, non un qualcosa che vi salvi, quello è compito vostro”.
All‘adolescenza questa fiaba vuole insegnare che la crescita è fatica e impegno, è imparare ad avere pazienza e a ponderare il tempo.
Conclude l’evento la consegna di un diploma ai ragazzi, parte attiva della presentazione.
di Anna Catalano