La Venere degli Stracci resta al MAP

La Venere degli Stracci resta al MAP fino all’8 Novembre. I vestiti “raccolti” dalla Venere saranno donati alla Caritas

La Venere degli stracci” resterà eccezionalmente negli spazi del MAP fino all’ 8 Novembre 2015. Dal 26 Giugno 2015 fino all’8 Novembre 2015, nell’ambito del progetto corale “Arte e Territorio”, nato da un’idea di Francesco Saverio Teruzzi – Artivazione, gli spazi del Map Museo Agro Pontino, ospitano l’opera simbolo dell’Arte Povera, la Venere degli stracci di Michelangelo Pistoletto.

La Venere degli stracci, sottraendosi ad una contemplazione romantica,

restituisce dignità ad un materiale di scarto, usato e a volte sciupato e indica il bisogno di un ritorno alla primarietà dei processi creativi e diventa «atto di resistenza» verso la ricchezza artificiosa e il consumo messi in atto dalla cultura dominante. Realizzata nel 1967, mettendo in contrapposizione l’aulicità dell’arte classica, l’artista mette a disposizione un calco in grande scala della Venere con pomo di Bertel Thorvaldsen, con la realtà del quotidiano, rappresentata simbolicamente da una montagna di stracci, allora come oggi l’opera è espressione di un’arte profondamente radicata nella società, attitudine che da sempre accompagna Pistoletto.

La Venere, arrivata al Museo Agro Pontino priva di stracci, continua ad accogliere i vestiti inutilizzati che i cittadini vorranno donare portando al museo un «pezzo di sé» e diventando così parte dell’opera, che giorno dopo giorno prende forma con il passaggio dei visitatori e con il loro «dono», gesto simbolico e responsabile.

La Venere degli stracci al MAP si fa così temporaneamente tramite di una campagna di solidarietà per la raccolta di indumenti che saranno offerti, al termine della sua permanenza al museo, alla Caritas.

Guidati dalla visione anticipatrice di Michelangelo Pistoletto, le cui opere contribuiscono ad una nuova comprensione del mondo, Artivazione, Map e SITI, ancora una volta insieme, con la presenza della Venere degli Stracci danno così avvio a una riflessione aperta sull’abito, sull’abitare e sulle abitudini con l’invito all’adozione di modelli di comportamento sostenibile e responsabile, per un’ecologia del pensiero e dello sguardo.

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