Inaugurato il Museo per le arti contemporanee del XXI
Il museo di Via Reni si pone l’obiettivo di essere una sorta di cantiere-laboratorio permanente
30 maggio 2010. Una data importante per la Capitale. Il coronamento di un impegno pluriennale da parte del Ministero per i beni e le attività culturali e del Ministero delle infrastrutture. Dopo dieci anni di progetti e lavori, quattro anni di ritardi, dopo il ridimensionamento iniziale, il Maxxi, il Museo per le arti contemporanee del XXI secolo ha definitivamente aperto al pubblico.
Disegnato da Zada Hadid, il museo di Via Reni si pone l’obiettivo di essere una sorta di cantiere-laboratorio permanente, un luogo pluridisciplinare destinato alla sperimentazione e all’innovazione nel campo delle arti e dell’architettura. E’ infatti composto dal MAXXI arte e dal MAXXI architettura. Oltre a ciò ci sono un auditorium, una biblioteca e una mediateca, un bookshop, una galleria per ospitare installazioni temporanee, una caffetteria e un bar ristorante. “Il Maxxi ci tiene molto all’osmosi tra generi e vuole guardare oltre ogni confine” afferma Pio Baldi, presidente della Fondazione Maxxi. L’apertura definitiva è stata preceduta da 3 giornate inaugurali, ricche di eventi e ospiti.
Tra le mostre inaugurali: “Spazio”, un percorso pluridisciplinare con 80 opere di Boetti, Kentridge, e Vezzoli; Gino De Dominicis presenterà “Immortale”, mostra che ripercorre tutta la sua carriera; Katlug Ataman esporrà “Mesopotamian Dramaturgies”, otto opere video sul difficile rapporto Oriente-Occidente; ci sarà un omaggio a Luigi Moretti, architetto di grande cultura e profonda sensibilità; infine, Geografie italiane, installazioni video su 40 metri di parete destinate alla storia dell’architettura italiana dal secondo ‘900 a oggi.
Maria Adamo