Van Gogh nell’immaginario collettivo rappresenta l’artista moderno per eccellenza, il pittore maledetto che identifica completamente la sua arte con la sua vita, vivendo l’una e l’altra con profonda drammaticità. L’artista che muore solo e disperato, per essere glorificato solo dopo la morte per giungere a quella fama a cui, i grandi, arrivano solo nella riscoperta postuma.
Il pittore olandese, autore di ben 864 tele e di più di mille disegni, senza contare i numerosi schizzi iniziati e non portati a termine, realizzerà i suoi quadri più famosi nel breve giro di quattro o cinque anni.
Oggi è possibile riscoprirlo in una veste innovativa, dal 16 febbraio la mostra multimediale ‘Van Gogh Alive’ si può visitare nella bellissima Chiesa sconsacrata di Santo Stefano al Ponte, nel cuore di Firenze, a due passi dal Ponte Vecchio. Prodotta e realizzata da “Grande Exhibitions” e “Per-lage Grandi Eventi”, la mostra vuole essere un’esperienza multimediale per tutta la famiglia. I capolavori di Van Gogh prendono vita, in una sinfonia di luci, colori e suoni.
La sensazione offerta dalla visione dalla mostra multimediale nel contesto di Santo Stefano è un’emozione ancora mai provata nel mondo. Si tratta di oltre 3000 immagini proiettate in altissima definizione grazie all’innovativo sistema SENSO-RY4 che utilizza un sistema con 40 proiettori ad alta definizione, una grafica multi canale e un surround come quello delle sale cinematografiche.
Un museo che offre un viaggio attraverso l’universo creativo e visionario dell’artista: dagli intensi cromatismi, alla tumultuosa vicenda esistenziale, immagini enormi, nitide e cristalline, così reali da desiderare di toccarle con mano, illuminano schermi e superfici realizzate su misura per la ex Chiesa Santo Stefano al Ponte Vecchio.
Alessia Locicero