Spegnere per un’ora l’illuminazione delle sedi istituzionali della Regione implica una riduzione di emissioni pari a circa 2 tonnellate di CO2. – spiega Lombardi – Si tratta ovviamente di un gesto simbolico, volto a sensibilizzare l’opinione pubblica sul contrasto al cambiamento climatico, che però si inserisce in un percorso per l’efficientamento degli immobili regionali e la riduzione delle emissioni legate all’attività degli uffici. In particolare, sono in corso due procedure di gara, una per la realizzazione di interventi volti sia alla coibentazione degli immobili, sia alla sostituzione di impianti obsoleti con impianti ad alta efficienza nonché alla gestione sostenibile degli impianti termici ed elettrici. Una volta completate, le due procedure produrranno complessivamente risparmi in termini di emissioni di 2.000 tonnellate/anno di CO2, equivalenti a quanto assorbono 400 ettari di nuove foreste (pari a circa 600 campi da calcio) in un anno, ovvero a 1.000 autovetture non circolanti per un anno”.
“E’ questa la strada degli investimenti verdi, da potenziare e integrare con tutte le altre azioni di decarbonizzazione, su cui dobbiamo accelerare per poter concorrere al raggiungimento degli obiettivi Ue di ridurre i gas serra di almeno il 55% entro il 2030 e di azzerarle entro il 2050. In Europa, ognuno deve fare la sua parte. Nello specifico la Regione Lazio emette circa 35.000 tonnelate di gas serra ogni anno. Per centrare gli obiettivi europei, nel 2030 la regione Lazio dovrà ridurre le emissioni di almeno 19.000 tonnellate ogni anno, che corrispondono a due volte le emissioni di una centrale come Civitavecchia a tecnologia a carbone attualmente in essere. Solo agendo contemporaneamente a livello locale e globale possiamo attuare la Transizione Ecologica”, conclude Lombardi.